Economia

Savona, i lavoratori del fisco: “Non siamo fannulloni”

Agenzia delle Entrate di Savona

[image:8561:r:s=1]Savona. A Savona la battaglia fra i dipendenti pubblici ed il ministro Renato Brunetta vede in prima linea i lavoratori dell’Agenzia delle Entrate, in stato di agitazione sindacale da oltre una settimana. Nessuno dei lavoratori fiscali è propriamente in sciopero, ma sta attuando altre forme di protesta per opporsi al clima di “caccia al fannullone”. Perché, spiegano, “siamo contrari alla caccia alle streghe lanciata a suon di spot dal governo con uno stile sensazionalistico, entro un’orchestrata campagna pubblicitaria, che definire ingannevole e fuorviante è eufemistico: questa banalizzazione demagogica non tende a nessun risultato concreto, ma solo a confondere il cittadino, additando il dipendente pubblico come la causa di tutti i mali d’Italia”.

I lavoratori dell’Agenzia delle Entrate di Savona chiariscono di essere sottoposti a strumenti di controllo individuale: “E’ doveroso informare l’opinione pubblica che sin dal 2000 ci viene decurtato un quarto della retribuzione per ogni giornata di malattia e che l’Agenzia dispone sempre la visita fiscale domiciliare. Su questo aspetto, già da anni, i lavoratori fiscali sono tristemente ‘all’avanguardia’ se proprio si vuol considerare un ‘progresso’ il tagliare lo stipendio ad una persona malata, controllata in ogni caso da apposita visita fiscale”.

“E’ doveroso affermare con forza – proseguono – che non ci riconosciamo affatto nella qualifica di fannulloni, né nell’immagine con cui il ministro Brunetta raffigura indistintamente tutta la pubblica amministrazione: da anni l’Agenzia delle Entrate ha adottato un sistema di pianificazione di obiettivi e di controllo degli stessi. Il Ministero delle Finanze (di cui non siamo dipendenti, costituendo le Agenzie Fiscali enti autonomi) pretende annualmente, su base contrattualistica, che i lavoratori fiscali raggiungano specifici risultati concretamente misurabili, al fine di erogare i trattamenti retribuitivi connessi ai risultati stessi (si tratta della gran parte della nostra busta paga mensile). Inoltre, il lavoro di ogni singolo dipendente è quotidianamente monitorabile e monitorato dalla Dirigenza”.

Le RSU dell’ufficio savonese dell’Agenzia delle Entrate si smarcano dalle accuse del ministro della funzione pubblica sottolineando il lavoro svolto nel 2007, con la riscossione di somme per oltre 9 milioni di euro dall’evasione fiscale, e aggiungono: “Questi risultati si raggiungono anche grazie alla disponibilità delle nostre auto: se vi sono dipendenti pubblici che lamentano la mancanza di risorse per acquistare i carburanti, noi lamentiamo la mancanza dei mezzi di trasporto per espletare i controlli in quanto l’Agenzia delle Entrate non ha a disposizione nessun mezzo proprio”.

I lavoratori del fisco evidenziano le ragioni della protesta: “Innanzitutto rinnovi contrattuali di 8 o 9 euro lordi al mese, rinnovi costantemente in ritardo rispetto alla loro naturale scadenza. Poi, un futuro taglio delle risorse destinate a remunerare i risultati raggiunti, che costituiscono il salario accessorio legato al merito, e che nel nostro caso formano gran parte della retribuzione, la cui quota-base fissa ammonta, in alcuni casi, all’importo della pensione sociale. Inoltre, il taglio, e comunque, la sospensione, nell’assegnazione della parte di retribuzione connessa ai risultati raggiunti nel 2006”.

La protesta dei dipendenti dell’Agenzia delle Entrate di Savona contro il ministro Brunetta, che ha mosso guerra contro le sacche di inefficienza nel pubblico impiego, è lo specchio locale della protesta nazionale contro i recenti provvedimenti adottati dal governo, in primo luogo in primo luogo il decreto legge 112/2008 in fase di conversione.

I sindacalisti dell’Agenzia delle Entrate parlano di “bombardamento di pubblicità ingannevole sul premiare il merito”, pur affermando di non essere contrari “al fatto che si chieda ai dipendenti pubblici il rispetto di specifiche regole”. Ma puntano il dito contro la mancanza di incentivi: “Se non ci vengono assegnate le risorse già contrattate e collegate ai risultati già raggiunti negli anni passati, dov’è l’incentivo a chi lavora? E l’incentivo alla lotta contro l’evasione fiscale? Gli impegni presi noi li abbiamo rispettati tutti, risultati alla mano, il governo non altrettanto”.

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