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Provincia. Nessun via libera ai lavori di restauro di edifici sacri senza un piano di copertura finanziaria della spesa. Il giro di vite viene dall’economo della Diocesi di Savona-Noli, don Piero Giacosa, che in un’intervista al “Letimbro” di luglio, suggerisce ai parroci come muoversi nel delicato terreno dei restauri del patrimonio ecclesiastico.
“Parlerei di due criteri di fondo – afferma don Giacosa – Anzitutto l’urgenza di un determinato lavoro, soprattutto laddove possono presentarsi minacce per l’incolumità pubblica. E poi una distribuzione equa degli interventi, in modo da garantire un aiuto a grandi e piccole parrocchie. Un aspetto importante, inoltre, è la copertura finanziaria, che ogni ente è tenuto a garantire nel presentare alla Curia un progetto di restauro. Bisogna infatti ricordare che il finanziamento della Cei copre solo una parte della spesa e che il resto va reperito tramite le risorse locali. E’ chiaro che le parrocchie dell’entroterra, spesso sproporzionate per dimensioni rispetto alla popolazione attuale, sono da noi considerate con un occhio di riguardo, perché hanno meno risorse. Ci atteniamo comunque al criterio secondo cui, senza un piano di copertura finanziaria dell’intervento, non deve essere dato il via libera ai lavori. Il rischio, infatti, erogando contributi a fondo perduto, è di deresponsabilizzare la comunità parrocchiale nella ricerca delle fonti di finanziamento in loco”.
Riguardo poi ai finanziamenti statali per i restauri, l’economo diocesano osserva che “si registra ormai un cronico ritardo, anche di quattro o cinque anni, nell’erogazione dei contributi da parte del Ministero dei beni culturali. Gli ultimi finanziamenti pervenuti in diocesi, tanto per capirci, si riferiscono a stanziamenti approvati nel 2004! Ora, questa lentezza porta con sé problemi non marginali, perché le ditte che fanno i lavori non possono aspettare più di sei mesi per pagare gli operai, e quindi le parrocchie devono trovare, nel frattempo, risorse alternative”.
Sui progetti edilizi, come la realizzazione di box auto, don Piero Giacosa fa notare infine che “i progetti che alcune parrocchie hanno presentato per la realizzazione di box o posti auto non avevano un fine speculativo e non seguivano la logica del profitto, ma miravano a reperire i soldi per affrontare certi ingenti lavori di restauro. Anche a Sanda, dove sono parroco, abbiamo realizzato dei box ma non ci vedo nulla di male: servono per finanziare i restauri e le attività pastorali della parrocchia”.
I tetti – o più precisamente le “coperture” – sembrano essere le costanti spine nel fianco dei parroci, costretti ad interventi d’urgenza per evitare di tremare ad ogni approssimarsi di pioggia, quest’anno particolarmente abbondante. E così non deve stupire che, nel novero degli interventi conservativi finanziati con l’otto per mille della Cei, si parli più volte di tetti. Sono quasi finiti, ad esempio, i lavori di rifacimento della copertura, dei pavimenti e degli impianti della chiesa parrocchiale dei santi Cipriano e Gennaro a Calvisio, frazione di Finale. Per far fronte all’ingente spesa, oltre ai fondi della Cei (stanziati nel 2006), ci si è avvalsi dell’eredità Sacco, lasciata alla parrocchia per quest’opera.
In dirittura d’arrivo anche i lavori per il rifacimento del tetto e degli intonaci interni ed esterni della chiesa parrocchiale del Santo Sepolcro a Vezzi Portio, riaperta al culto dopo che, non molto tempo fa, per il fondato timore di crolli, se ne era decisa la chiusura. L’intervento, finanziato in parte dall’otto per mille (erogazione del 2006), verrà coperto anche con mutui a carico della parrocchia.
Sempre al 2006 risalgono i finanziamenti della Cei per il rifacimento della copertura della parrocchia di Stella san Bernardo e del tetto della chiesa collegiata di san Biagio in Finalborgo e per il restauro conservativo della cappella di santa Libera, appartenente alla parrocchia di Montagna. La parrocchia di Finalborgo, per i lavori della splendida chiesa collegiata, ha potuto beneficiare anche dei contributi della Fondazione “San Paolo”.
Venendo all’esercizio 2007 – le richieste sono partite nel novembre scorso – hanno già visto l’assegnazione dei contributi dell’otto per mille le chiese parrocchiali di sant’Ambrogio in Legino e di san Giovanni Battista a Vado ligure, entrambe per i restauri del tetto. Alla somma proveniente della Cei le due parrocchie aggiungeranno i fondi raccolti in loco. Non è ancora arrivato, invece, il contributo per la cappella del nome di Maria, nella frazione Taglieto di Rialto, perché in questo caso si sta aspettando di verificare se arriverà un finanziamento dalla Regione. Sono inoltre arrivati dai fondi dell’otto per mille stanziamenti per quattro impianti antifurto, per l’archivio diocesano, per la biblioteca e per il nascente museo diocesano.
Un’altra importante “bombola d’ossigeno” per il patrimonio ecclesiastico è rappresentata dal Ministero dei beni culturali, con l’unica controindicazione della lentezza burocratica nell’effettuazione dei bonifici. Non c’è da stupirsi, perciò, se soltanto da poco tempo sono arrivati a destinazione i finanziamenti decisi nel 2004 per il tetto del complesso parrocchiale di Lavagnola (ex convento francescano), per la cupola della basilica di san Giovanni Battista in Finalmarina, per il tetto e la sacrestia dell’oratorio di san Tommaso a Sanda, per le coperture della parrocchia della Madonna della Concordia di Albissola marina, per il restauro del prospetto principale del Santuario del Prà a Feglino, per i prospetti della parrocchia di Stella santa Giustina, per il prospetto principale e il sagrato dell’oratorio di santa Margherita a Segno, per il campanile della chiesa della Madonna del Carmine a Luceto, per gli interni e gli esterni della chiesa di nostra Signora della Neve alle Fornaci di Savona, e per il prospetto dell’ex chiesa di san Giovanni (attualmente sede della Caritas diocesana) a Savona.
Deve essere ancora saldato, invece, il contributo approvato dal Ministero per alcuni interventi di restauro richiesti dalla diocesi nel 2005 e nel 2006 e che riguardano l’edificio e il campanile della chiesa della Madonna del Monte a Savona, le coperture dell’oratorio del Castello a Savona, il campanile della cappella di sant’Antonio a Monte (Finalpia), le coperture della parrocchia di san Martino a Bergeggi, gli esterni della canonica di Vezzi san Giorgio, il tetto della parrocchia di Sant’Ermete, le coperture della chiesa parrocchiale di santa Maria Maggiore a Cogoleto, la sacrestia dell’oratorio di san Giuseppe ad Albissola Marina, l’edificio dell’oratorio di san Bernardo a Cogoleto, l’impianto elettrico della chiesa di san Pietro a Rialto, le coperture della parrocchia di Stella san Giovanni, l’edificio della chiesa di san Lorenzo in Quiliano, il chiostro dei conversi a Savona e la sacrestia della parrocchia della Concordia ad Albissola Marina. I soldi, prima o poi, arriveranno ma nel frattempo i parroci dovranno munirsi di santa pazienza e trovare il modo – se non l’hanno già fatto – di pagare le ditte che hanno effettuato i lavori.