Regione: caccia allo storno, Pd favorevole a deroga

Regione. Il Partito Democratico, che rappresenta il gruppo maggiore in Regione, è favorevole alla deroga al divieto di caccia allo storno, considerato dall’Unione europea una specie protetta.

In questi giorni però dal Governo è arrivato al riguardo un nuovo stop alla Liguria: il ministro agli Affari regionali, Raffaele Fitto, ha scritto al presidente Claudio Burlando una lettera con la quale avverte la Regione di non intraprendere, pena l’opposizione da parte dell’esecutivo, la strada del varo di un’eventuale legge regionale che sancisca la deroga al divieto di caccia. Un’opposizione che, secondo alcune ipotesi, potrebbe costare alla Regione Liguria addirittura 10 milioni di euro per infrazione della normativa comunitaria sulla tutela degli uccelli selvatici.

Il ministro Fitto ha infatti precisato al presidente Burlando: “un eventuale nuovo provvedimento legislativo, avente ad oggetto la disciplina della deroga alle specie cacciabili da parte della Regione, non può che trovare resistenza da parte del Governo, anche a seguito dei numerosi precedenti contenziosi, che ben conosci, relativi proprio alla tua Regione. Mi auguro, pertanto, che non venga perseguita la strada di un’autonoma iniziativa legislativa regionale, per evitare un inutile ricorso alla Corte costituzionale, dagli esiti prevedibili, stante la costante giurisprudenza nazionale e comunitaria sull’argomento”.

Il problema del divieto di caccia allo storno era stato oggetto all’inizio della legislatura regionale di un lungo contenzioso.
La posizione del PD sulla missiva e su tutta la materia è stata illustrata oggi, durante una conferenza stampa, dai consiglieri Ezio Chiesa, Michele Boffa (capogruppo), e Moreno Veschi.
“L’obiettivo della deroga al divieto – hanno spiegato i rappresentanti del PD – può essere raggiunto, in base alla Direttiva comunitaria 79/409 del 2 aprile 1979, utilizzando il concetto del prelievo in piccola quantità, strada percorsa dalla Regione Lombardia, oppure a causa dei danni che lo storno produce all’agricoltura. Sulla piccola quantità serve il parere dell’Istituto nazionale della fauna selvatica, e la sua risposta alla Regione Liguria è stata negativa, ribadita di recente dal suo direttore durante le audizioni in Commissione consiliare”.

Con la sentenza della Corte costituzionale numero 258 di quest’anno, inoltre, si stabilisce che le Regioni non possono attivare deroghe attraverso una legge. La motivazione è che le leggi regionali non sono annullabili dal presidente del Consiglio dei Ministri.
“La stessa motivazione – dice Ezio Chiesa – viene adesso riconfermata con una lettera del 10 luglio dal ministro degli Affari regionali, Raffaele Fitto, al presidente della Regione Liguria, Claudio Burlando. A questo proposito il gruppo del PD chiede a Palazzo Chigi di pronunciarsi sulla legge regionale numero 102 della Regione Lombardia del 22 luglio, approvata dopo la risposta del ministro e la sentenza della Corte costituzionale, che autorizza la caccia in deroga sulla piccola quantità”.

“Il Pd – aggiunge Moreno Veschi – ribadisce l’intenzione di procedere alle deroghe ai sensi della legge regionale 35/2006 e della direttiva comunitaria per i danni prodotti dalle specie storno alle colture agricole, in special modo all’olivicoltura. In questo caso sollecita le Province liguri, come sembrerebbe fare quella della Spezia, perché quantifichino i danni, affinché siano attuate le deroghe, così come è stato fatto in Toscana ed Emilia”.

“Su iniziativa del Pd in Consiglio regionale – conclude il capogruppo Michele Boffa – è stato approvato con largo consenso un ordine del giorno affinché il Governo si attivi per chiedere alla Comunità europea l’inserimento dello storno tra le specie cacciabili. Siamo per le deroghe, rispettando le direttive comunitarie e l’orientamento del Governo”.

Più informazioni

Vuoi leggere IVG.it senza pubblicità?
Diventa un nostro sostenitore!



Sostienici!


Oppure disabilita l'Adblock per continuare a leggere le nostre notizie.