Economia

Ferrania: intervengono Marco Bisagno e Giovanni Lunardon

Ferrania Cairo

[thumb:1718:l]Cairo Montenotte. Il presidente di Confindustria Genova, Marco Bisagno, commentando gli ultimi avvenimenti della vicenda Ferrania, ha auspicato “che alla fine, dopo tanti scossoni e divergenze, ci sia una serena ricomposizione delle cose”. “E’ indubbio che persone di grande capacità e di forte personalità possano vedere i processi in modo diverso – ha proseguito il presidente degli industriali – Io ricordo che quando Giorgio Messina aveva pensato a Ferrania aveva in testa la centrale, lavorando molto su questo. Quando il progetto è decaduto per altre scelte, si è cercata qualche soluzione diversa, ed una era il laminatoio. Dopo tra soci c’è stata evidentemente una divergenza di opinioni”.

“Quello che è importante è che ci sia la volontà di proteggere i lavoratori e di trovare delle soluzioni valide e alternative – ha concluso Bisagno – Credo che la famiglia Messina, o anche il gruppo stesso, se poi si dovesse ricomporre, avrà in mente questo”.

“E’ necessario che l’incontro convocato presso la Prefettura lunedì prossimo non sia un passaggio di rito, ma l’occasione per mettere qualche punto fermo che valga per tutti, istituzioni e azienda” sottolinea il segretario provinciale del Partito Democratico savonese, Giovanni Lunardon: “Noi crediamo che non ci sia alternativa al rispetto di questo accordo di programma e alla previsione più importante che contiene e cioè la realizzazione del laminatoio. Il rispetto dell’accordo, siglato solo pochi mesi fa, deve essere un impegno per tutti i contraenti, governo, istituzioni locali, azienda”.

“Nessuno prova nostalgia per la centrale a carbone prevista dal precedente accordo, che non solo non ci stava tecnicamente, ma non ha mai ricevuto l’approvazione della comunità locale – aggiunge Lunardon – Il governo ha il dovere di far rispettare gli accordi come sono stati firmati e condivisi. Ci aspettiamo che Scajola lo faccia e si impegni con la Regione e le istituzioni locali per dare piena attuazione a tutti i capitoli di quell’accordo e non solo ad alcuni. Il laminatorio, a fronte di un investimento privato da 300 milioni di euro e con un’occupazione stimata di 300 unità, rappresenta il centro dell’accordo di programma e il pilastro delle altre azioni in esso contenute”.

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