[thumb:3959:l]Finale Ligure. Le associazioni di categoria di Finale Ligure, comprese associazioni culturali e sociali, ribadiscono il loro no al progetto della delocalizzazione della Piaggio, nelle forme e nei modi di come è stato realizzato e presentato. Con una nota ufficiale congiunta, Ascom Confcommercio, Associazione Albergatori di Finale L., Associazione Bagni Marini, Circolo Lega Ambiente (Arene Candide) WWF, Altra Finale, Verdi e Cittadini per l’Ulivo, esprimono le loro criticità in merito al progetto che andrà in approvazione nel prossimo Consiglio comunale. In primo luogo “la fretta di giungere all’approvazione del progetto, in barba ai passaggi di partecipazione e condivisione dovuti ai cittadini che subiranno le decisioni che riguardano il loro territorio. Solo in data odierna, a pochi giorni dal voto decisivo, l’Amministrazione (Urban Center) rende disponibili gli atti, da leggersi in fretta e furia nel bel mezzo del periodo estivo, quando la cittadinanza è occupata dai propri impegni stagionali e l’Ingegnere capo è in vacanza e non potrà personalmente rispondere a eventuali domande”, affermano nella nota.
Le associazioni criticano il piano finanziario del progetto: i costi di trasferimento con le risorse che deriveranno dalla speculazione edilizia, oltre al trasferimento, i nuovi macchinari e addirittura gli oneri di urbanizzazione.
E poi la bocciatura del progetto fatta dallo stesso consulente tecnico incaricato dall’Amministrazione, che richiederebbe almeno un attento riesame e approfondimento. In particolare l’Architetto Casamonti evidenzia come gli spazi dedicati ai finalesi siano insufficienti e spesso finti rispetto agli interessi degli speculatori e così conclude la propria analisi: “Complessivamente appare chiaro come, una volta abbandonato il tavolo concertativo che vedeva progettisti, promoter e soggetti pubblici collaborare per un’ottimale esito dell’intervento che soddisfacesse esigenze sia pubbliche che private, il progetto abbia subito una forte deviazione verso logiche speculative tout court”.
Le altre riserve manifestate dalle associazioni di categoria riguardano: l’insufficienza e carenza logistica e qualitativa delle strutture alberghiere previste che, come sono state pensate, risulteranno a detta degli stessi albergatori invendibili, con conseguente cambio di destinazione in senso residenziale, ossia le seconde case; l’assenza – già rilevata dall’Ufficio tecnico del Comune – di una studio di sostenibilità e impatto ambientale in relazione a: risorse idriche, zone verdi, sottoservizi, bonifica dei terreni, qualità architettonica, inserimento nell’insieme della città; l’assenza di garanzie pubblicamente evidenti sul mantenimento dei posti di lavoro, in nome dei quali il procedimento è stato avviato; la ricaduta solo su Finale di tutti i costi dell’operazione e non su altri soggetti aventi competenza e interesse, ovvero: altri Comuni aventi cittadini occupati in Piaggio; Comune di Villanova che beneficerà dell’impianto produttivo; altri Enti, quali Provincia, Regione, Stato.