Alassio, mostra di Vincenzo Marsiglia dedicata a Mastroianni

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Alassio. Venerdì 1 agosto, a partire dalle ore 18,30, s’inaugura ad Alassio la mostra personale di Vincenzo Marsiglia intitolata Marcello come here! in onore al fascino timido e conturbante di Marcello Mastroianni. Il titolo è tratto dalla celebre frase che la bionda Anita Ekberg rivolge Marcello dalla Fontana di Trevi nel film La dolce vita di Federico Fellini. La mostra è un buon esempio di “arte in vetrina” e si svolge presso uno “spazio di transito”, un luogo di “arte inattesa” appositamente studiato dentro le vetrine della boutique alassina, l’Ottica Ottobelli, sita in Alassio, in via XX Settembre 111. L’esposizione dura fino al 31 agosto 2008 ed è visitabile 24 ore su 24.

Artista alassino classe 1972, Vincenzo Marsiglia è noto per le sue opere astratte in broccato, le installazioni in ceramica dedicate al cinema di Federico Fellini e gli ultimi video interattivi. Per l’occasione espone lavori che appartengono a due serie recenti di opere. La prima è la serie di occhiali d’artista che Marsiglia ha disegnato per la Collezione Arte di Zanotti Fragonara, azienda leader nel settore e impegnata nel trasformare i propri occhiali in opere d’arte.

La “maschera” di Marcello Mastroianni non sarebbe così carismatica senza quelle serie infinite di occhiali neri che l’attore ha indossato nei film di Fellini e di cui Marsiglia ha realizzato una versione personalizzata. Il modello di Otto e mezzo è uno degli occhiali da sole che hanno fatto la storia del cinema. Nella citazione cinematografica, nella compromissione con il design e con il glamour, l’arte di Marsiglia si profila come una pratica di conoscenza e di riconoscenza verso miti collettivi che appartengono al nostro immaginario collettivo.

“Uno dei punti di forza” spiega il curatore dell’iniziativa il critico Nicola Davide Angerame, “è certamente 8 e ½, occhiale da sole con montatura identica a quella indossata da Marcello Mastroianni nel celebre film di Federico Fellini, con aggiunta del logo personale di Vincenzo Marsiglia, da sempre usato dall’artista nelle proprie composizioni astratte e divenuto vero elemento di riconoscimento, quasi un marchio artistico, i cui precedenti si possono ritrovare, con le dovute distinzioni, nelle forchette di Capogrossi o nei tratti colorati di Dorazio ovvero nel lavoro di quegli artisti che nei decenni passati hanno teorizzato e utilizzato la serialità del proprio segno come una delle componenti essenziali del loro linguaggio artistico e come effetto indiretto di un’epoca ed una cultura, la nostra, fondata sulla produzione tramite le catene di montaggio di oggetti seriali”.

Altre opere esposte sono dedicate invece al tema degli oggetti di consumo da supermarket. “Con un’operazione” prosegue Angerame, “di appropriazione ironica, che trova in Andy Warhol fino a Alighiero Boetti i suoi antesignani, Marsiglia “preleva” dalla realtà del supermarket una serie di oggetti, specialmente de comuni detergenti, con i quali costruisce sculture iperrealistiche di ceramica che riproducono fedelmente le confezioni di quei prodotti che siamo soliti acquistare tutti i giorni. Unica nota dissonante, che denuncia l’intervento artistico, è la giocosa introduzione del cognome dell’artista nel marchio e nel nome del prodotto. Scherzando con la propria identità, trasformata in marchio, Marsiglia ci fa riflettere sul rapporto tra arte, mercato e supermercato, in un’epoca in cui la mercificazione dell’arte è un dato pacificamente assunto da tutti e anzi proprio l’arte viene chiamata a misurarsi con il design e con la creazione di prodotti di consumo nobilitati dalle sue pratiche e linguaggi.

Organizzata dall’Ottica Ottobelli, la singolare esposizione usa la vetrina di negozio come sala di museo espositiva per raggiungere il pubblico lì dove non si aspetta di incontrare l’arte. “La mostra” conclude Angerame, “rappresenta un momento di uscita dell’arte oltre i propri canoni estetici, infondendosi nell’oggetto accessorio di consumo e glamour come sono gli occhiali da sole ma anche in oggetti di assoluta banalità come i detergenti, che qui diventano gli “eroi” di un racconto che, tra serio e faceto, mette a nudo la dipendenza dal packaging da parte della nostra civiltà. Una denuncia di come “una certa arte applicata” al consumo sia sotto i nostri occhi da tempo e ovunque elle nostre case come nei nostri luoghi di rifornimento.

“Questa iniziativa” spiega Luca Ottobelli, “s’inserisce in un’attività espositiva e di sponsorizzazione di eventi culturali, che poggia sulla mia idea offrire uno spazio o un aiuto agli artisti impegnati in progetti costosi. La mostra di arte in vetrina di Marsiglia segue le nostre sponsorizzazioni alla rassegna d’arte negli hotel, Arthotel, che hanno coinvolto altre location alassine interessanti ed alternative, come il Caffè Roma o l’hotel Aida. Alassio è da sempre una città sensibile all’arte. La mia passione artistica nasce una decina di anni fa, collaborando con artisti affermati come Giuseppe Scaiola, o emergenti come Cinzia Vola. La nostra attività di Ottica inizia negli anni 50 nella zona compresa tra l’oltrepò Pavese e l’alessandrino e nella zona si sviluppa con vari negozi in diverse località, da Voghera a Tortona, a Novi Ligure ed Alessandria, oltre allo sviluppo di Alassio a partire dal 1967. Ad oggi siamo presenti con due punti vendita (uno outlet) nel budello di Alassio, un negozio ad Albenga, e una serie di punti vendita nel basso Piemonte (Tortona, Asti, Alessandria, Valenza). Esporre gli occhiali di Mastroianni interpretati da Marsiglia, oltre che dedicare una vetrina all’arte del giovane alassino, è una delle soddisfazioni estive che sono certo di condividere con tutti gli appassionati d’arte che passeranno nel budello”.

L’esposizione inaugura il 21 dalle ore 18,30 con un rinfresco all’aperto e una prova gratuita degli occhiali d’artista. Durerà fino al 31 agosto e sarà permanentemente visitabile presso l’Ottica Ottobelli di Alassio.

Vincenzo Marsiglia (Belvedere Marittimo 1972 – vive e lavora ad Alassio), maestro d’arte, poi diplomato all’Accademia di Brera. Il suo approccio con l’arte è rigoroso, geometrico e minimalista, non allude mai alla figurazione. Componente costante del suo lavoro è il tentativo di domare i contrasti e stabilire un equilibrio tra forma e colore. In una continua ricerca di nuovi materiali è passato dall’acrilico al feltro, dai tessuti glitterati alle paillettes, contemplando la possibilità di usare “qualsiasi cosa” purché abbia una capacità espressiva. Anche nei quadri cerca di ottenere una forte profondità, realizzata attraverso la creazione di più piani otticamente possibili grazie alla luce.

Dalla rotazione su se stesse di due bande parallele che erano il suo primo simbolo, con gli anni ha creato una nuova forma modulare, un logo “stellato”, oggi elemento costante in tutti i suoi lavori. Collabora continuativamente con prestigiose gallerie tre le quali Rotta – Farinelli (Genova), Valente artecontemporanea (Finale Ligure), Cavenaghi (Milano). Presente da numerose edizioni a: Arte Fiera, Miart, Kunstart, Artissima, Expo Arte. Nel 2002 ha realizzato l’affresco murale per il Museo d’Arte Contemporanea Macam di Maglione. Ha partecipato a innumerevoli mostre in Italia e all’estero. Tra le personali si ricorda in particolare nel 2003 “Il paradosso astratto” a cura di Luca Beatrice presso la Casa del Console Museo d’arte contemporanea a Calice Ligure, tra le collettive “Pittura italiana aniconica (1968-2007) percorsi tra arte e critica in Italia” a cura di Claudio Cerritelli – Casa del Mantenga Mantova (2008), “Profilo d’Arte 2007” Progetto Banca Profilo – Museo della Permanente Milano e “Fil blanc” – a cura di Giorgio Bonomi, Fondazione Zappettini Milano (2006).

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