Liguria, diminuiscono le interruzioni volontarie di gravidanza

Camera di ospedale

[thumb:4855:l]Regione. Sono state 3.519 le interruzioni volontarie di gravidanze nel 2007 in Liguria, in costante diminuzione dal 2004. La maggioranza dei casi (612) riguardano donne tra i 30 ed i 34 anni, soprattutto italiane (1710), nubili (1500), con una attesa di intervento tra gli 8 ed i 14 giorni (1164) ed una età gestionale compresa tra le 9 e le 10 settimane.
Sono i dati forniti oggi dall’assessore regionale alla sanità, Claudio Montaldo, e che, come ha sottolineato lo stesso assessore, “dimostrano che non è nel sistema ligure che nascono i presupposti per gli aborti clandestini”. La fotografia che emerge dall’analisi compiuta dall’assessorato ligure alla sanità dimostra che il numero complessivo delle interruzioni volontarie di gravidanze ha subito una diminuzione pari allo 0,7% rispetto al 2006 (3700 aborti) ed un meno 56,2% rispetto al 1979. “C’è stata – ha spiegato Montaldo – una punta di oltre 4000 casi nel 2004 e da allora si è lavorato con una azione di prevenzione soprattutto attraverso i consultori”.
Le minorenni che hanno fatto ricorso alla pratica sono state, sempre nel 2007, 114. Nell’area genovese gli aborti nel 2007 sono stati 1865, distribuiti in sei strutture ospedaliere, compreso il Galliera (4 nel 2007, 12 nei primi due mesi di quest’anno, in collaborazione con l’ospedale Evangelico), di proprietà della curia genovese.
A preoccupare Montaldo sono soprattutto gli aborti clandestini: “Credo che il ricorso all’aborto clandestino non sia ascrivibile ad un problema di funzionamento del servizio. Intanto mi pare che i casi indagati dalla magistratura siano un numero limitato e circoscritti ad un ambiente sociale dove probabilmente ha fatto premio una ricerca di riservatezza assoluta rispetto ad altri aspetti. Sono invece preoccupato che possa esserci un fenomeno molto più nascosto che riguarda altri settori sociali, donne immigrate, di maggiore povertà, economica e culturale, che magari non conoscendo le opportunità offerte dal servizio pubblico si rivolgano a soluzioni da medioevo”.
“Sono 88 i medici obiettori in Liguria, 78 quelli non obiettori. Nelle strutture pubbliche di Genova sono 52 gli obiettori e 25 i non obiettori. Per le ostetriche il rapporto è circa 50 e 50, mentre per il personale infermieristico i dati sugli obiettori sono molto più bassi e si aggirano attorno al 30%” ha proseguito Montaldo illustrando i dati delle interruzioni volontarie di gravidanze nella Regione. Per evitare che possano sorgere problemi organizzativi e per non caricare eccessivamente i medici non obiettori, ha sottolineato che “sarà compiuta una rotazione, anche a livello interaziendale, per fare in modo che ci possa essere un riequilibrio fra le strutture”. Proprio in questa prospettiva, l’assessore ha annunciato che verrà organizzata, prima della pausa estiva, una conferenza regionale dei servizi consultoriali con l’obiettivo di “aggiornare e rilanciare l’attività dei consultori, affrontando con tutti gli operatori del settore il tema della garanzia dei servizi e della loro organizzazione”.Montaldo ha inoltre annunciato una riorganizzazione logistica delle strutture consultoriali, a partire da quelle dell’area metropolitana genovese che ammontano a 24, per le quali è già previsto il trasloco in nuove sedi. Per migliorare l’accoglienza l’assessore ha annunciato anche la riorganizzazione dei percorsi consultoriali, tenendo conto dell’utenza differente esistente nei territori.

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