E’ divenuta ormai una piacevole consuetudine, per i Savonesi, vedere turisti aggirarsi negli angoli più suggestivi della Città. Questo soprattutto grazie al pieno concretizzarsi di una vocazione che, già dalla metà anni ’90, vedeva il porto di Savona come stazione marittima prima per i traghetti dopo per le navi da crociera.Durante queste vacanze natalizie, libero da impegni da lavoro, anch’io ho provato ad osservare Savona con l’occhio del forestiero di passaggio.
Nel tentativo difficile – visti i retaggi di cultura popolare tramandati da una famiglia di antiche radici locali – di sfrondare dalla mia vista i condizionamenti dovuti alla conoscenza preconcetta dei luoghi, mi sono apparse alcune belle ed inedite immagini della nostra Città.
Le maggiori sorprese sono emerse laddove i cantieri in corso hanno liberato alla visuale importanti architetture, che restavano occluse da non altrettanto pregevoli costruzioni, sorte attorno ad esse in epoche successive.
Transitando per Piazza Chabrol, alla sinistra del Palazzo Gavotti, sede della Pinacoteca Civica, la demolizione del complesso dell’ex Cinema Astor ha aperto uno scorcio, dal quale si possono ammirare in tutta la loro bellezza l’estremità settentrionale di via Aonzo, ove sorge l’Oratorio del Cristo Risorto, alcuni stabili in fase di restauro di Via Paleocapa, la facciata delicatamente affrescata della residenza cinquecentesca al civico 1 di Via Pia e sullo sfondo il campanile della Chiesa di S. Giovanni Battista, già S. Domenico.
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Proveniendo da Albisola sull’Aurelia, all’altezza della Chiesa di S. Lucia, mi ha colto una visione, la stessa che una volta potevano forse scorgere i naviganti dai bastimenti prima di approdare in porto: dietro la Torretta, rase al suolo le strutture del vecchio stabilimento ILVA, in tutta la sua imponenza la Fortezza del Priamar, con alla sua destra, purtroppo parzialmente celata dai moderni palazzi di Via Gramsci, la Torre del Brindale.
Come d’incanto sono insomma tornate alla luce prospettive di una Savona nascosta, per molti anni rimaste sepolte fra le pieghe di una crescita urbana spesso contraddittoria.
Il consiglio per quanti, Savonesi e non, sono interessati in materia è quindi di armarsi di foto o video camere per immortalare queste visioni, sebbene basti soltanto uno sguardo appassionato per imprimere nella memoria l’attimo fuggente.
Nuove volumetrie non tarderanno a riempire questi spazi lasciati temporaneamente vuoti, all’insegna di progetti di riqualificazione urbanistica, che tutti sperano essere lungimiranti e funzionali.
Se così non sarà – ai posteri l’ardua sentenza – per queste povere pietre della Savona nascosta, in tutta la loro verità, potranno solo riecheggiare inesorabili le parole di un motto profeticamente inciso alla sommità del portale del magnifico palazzo di Via Pia, 1: “NIL MELIVS FORTUNA ADVERSA QVAM PATIENCIA MAXIMA” (trascrizione dell’originale).
Antonio Rossello