Economia

Savona, scuola: futuro garantito per i diplomati delle scuole tecniche

[thumb:5010:l]Savona. Il fabbisogno di diplomati nelle aziende savonesi è stato il tema dell’incontro che si è svolto questa mattina presso l’Itis “Galileo Ferraris” di Legino, dove il presidente dell’Unione Industriali, Marco Macciò, si è confrontato con i presidi istituti tecnici della provincia. Le imprese savonesi appaiono pronte ad assorbire nuove leve, offrendo occupazioni gratificanti, ma le scuole dovranno riadattarsi per formare periti davvero specializzati. Non più, quindi, una “scuola-parcheggio”, ma maggiore interazione tra istituti e aziende per la preparazione di personale qualificato.
Anche ieri, durante il convegno della Regione sulla formazione professionale degli insegnanti, è stato dato rilievo all’importanza della cultura tecnica. Se da una parte è ancora forte la predilezione per i licei, quello classico in testa, dall’altra si diffonde l’interesse per le scuole con sbocchi professionali più immediati. Gli studenti stessi cominciano a scegliere il proprio percorso di studi facendosi influenzare dalle esigenze economiche del futuro piuttosto che dalla tradizione o dalla moda del momento.

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“Qualcosa sta cambiando – ha affermato Carla Barzaghi, provveditore agli Studi di Savona – La competizione fra gli istituti scolastici comincia ad essere superata in vista del futuro degli allievi, non in funzione del mantenimento del corpo docenti. Occorre legare le scelte locali ad un panorama globale. In Italia 80 mila posti attendono personale tecnico: le scuole professionali devono supplire a questa carenza”. “Il bullismo fa gossip – ha poi aggiunto- ma non fa ascolto la buona qualità di tutte le scuole savonesi”.
Marco Macciò ha spiegato il punto di vista dell’Unione Industriali. “A Novembre abbiamo presentato una ricerca sui valori d’impresa – ha detto – Il primo è il valore umano. Il 75% delle aziende savonesi opera nel settore manifatturiero: è dunque smentita la credenza che vede il territorio savonese orientato al terziario o ai servizi. Nel citato 75% operano i periti che è compito delle scuole tecniche educare. Il perito è un progettista, un supervisore, uno specialista, un quadrista e agisce a 360 gradi e può essere, se dimostra il suo valore, in competizione anche con il laureato breve o quinquennale”.
Il presidente dell’UISV ha poi fatto cenno alle prospettive occupazionali dei progetti che interessano la provincia savonese, come Piaggio, Bombardier e la piattaforma portuale di Vado, che promettono centinaia di nuovi impieghi tecnici. L’anno scorso il 50% dei diplomati degli istituti tecnici savonesi ha proseguito gli studi iscrivendosi all’università. Le imprese non trovano personale specializzato e questa mancanza ne pregiudica lo sviluppo.[image:5008:r:s=1]
“L’Unione Industriali di Savona – ha precisato Macciò – spinge per la scelta dell’istituto professionale perché fra cinque anni i giovani avranno la possibilità di scegliere fra un lavoro quasi certo oppure ottime basi tecniche per proseguire gli studi universitari, magari nel campus savonese fortemente voluto proprio dagli industriali”. Un’azione di orientamento quella svolta dall’UISV, che prevede anche incontri informativi nelle scuole medie inferiori. In via sperimentale, per esempio, le medie “S. Pertini” di Savona avvieranno un progetto didattico per prendere dimestichezza con realtà come Bombardier, Infineum, Saint Gobain e Tirreno Power. I docenti incontreranno le aziende per conoscerne gli aspetti produttivi e torneranno in classe per cercare di spiegare e preparare gli studenti alle visite nelle aziende; alla fine ci saranno dei lavori di classe sui risultati dell’esperienza. La richiestà degli industriali è chiara ed è già stata formulata ieri, nel corso del convegno genovese “Crescere per educare”, dal vicedirettore generale di Confindustria, Luigi Mastrobuono: “una scuola meno umanista e più tecnica”.
All’Itis di Legino stamane erano presenti il preside dello stesso istituto, Giovanni Battista Siccardi, e i presidi dell’Itis di Cairo, Piero Arnaldo, e dell’Ipsia di Savona, Paolo Cameirana. Per l’Itis di Albenga, il vice preside Giovanni Cirio.
Così i presidi all’unanimità: “Non abbiamo ex studenti senza lavoro. Arrivano richiese da parte delle imprese ad agosto e non abbiamo ragazzi da segnalare. Siamo al punto che le aziende vogliono mettere delle opzioni sui futuri diplomati. Abbiamo i collegamenti giusti con il mondo dell’impresa e promuoviamo stage. Tutto questo porta ad una specie di competizione tra le ditte per aggiudicarsi i pochi candidati”. “Bisogna far capire ai genitori le possibilità offerte ai loro figli dalle nostre scuole – hanno aggiunto – L’istituto tecnico non è una scelta di serie B, ma è una decisione per il futuro. C’è anche una buona percentuale femminile, perché non si tratta solo di professioni prettamente maschili. A 13 anni è difficile scegliere e solo le famiglie che comprendono il valore della progettualità possono contribuire a costruire un buon futuro per i propri ragazzi”.

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