Savona. Lunedi 14 gennaio 2008, alle ore 11.00, verrà presentato nella Sala Rossa del Comune di Savona, l’evento “La Vita Nova”, ispirato alla prima opera certa di Dante Alighieri (Firenze 1265-
Ravenna 1321), il maggiore poeta italiano di tutti i tempi. La Vita Nova è un racconto in prosa e in versi dell’amore di Dante per Beatrice. È stato scritto nel 1292-93 e precede, con altre opere successive, la Divina Commedia, capolavoro del poeta. La Fondazione Emme Emme Ci Ci ( Fondazione Museo di Arte Contemporanea Milena Milani in memoria di Carlo Cardazzo), prosegue nel suo programma mensile culturale e vuole dedicare questa manifestazione non solo come augurio per l’anno 2008, appena iniziato, ma anche a Roberto Benigni che in televisione diffonde la parola di Dante. Inoltre la Fondazione intende ricordare il poeta-pittore Beppe Mortara (1938-2006), critico d’arte, esperto di studi danteschi, amico di Savona e di Albisola. Le testimonianze in Sala Rossa sono dell’Assessore alla Cultura del Comune di Savona, Ferdinando Molteni, del direttore de L’Agenda, Roberto Giannotti, dell’Assessore alla Cultura del Comune di Albisola Mare, Fabio Lenzi, dei tre artisti: Milena Milani, Giorgio Moiso, Michela Savaia, che espongono le loro opere all’Atelier Savaia di Albisola (la cui mostra verrà inaugurata sempre lunedì 14 gennaio 2008 alle ore 18.00 e terminerà venerdi 15 febbraio 2008), e di Lorenza Rossi, consigliere della Fondazione. Il dibattito è coordinato da Milena Milani. Un tris d’assi quello di Milani, Moiso, Savaia: quadri, sculture e ceramiche con parole, con trionfo di colori informali, con idee futuriste; tre tendenze che si completano a vicenda, pur mantenendo la propria personalità. Con comune denominatore la figura di Dante, il suo genio poetico e le ideologie in cui fu coinvolto.
Ha detto Milena Milani: “Vogliamo smetterla con la retorica? Sin da bambini ci dicevano che,
a ogni anno nuovo, bisognava migliorare in tutto e per tutto, a scuola, a casa, nella società. I risultati erano pessimi. Tre artisti (Milani, Moiso, Savaia) affrontano la vita “nova”, seguendo le indicazioni di Dante Alighieri (e anche di Roberto Benigni). Come mai guardano tanto lontano e anche tanto vicino? Forse sono delusi della realtà quotidiana o forse sentono che soltanto la poesia può essere viva attraverso i secoli. Anche l’ironia e l’arte lo sono, oltre i modi e le mode. Certi simboli trapassano il cuore, portano linfa ai tessuti, sdrammatizzano le situazioni, ci confortano in ogni momento”.
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