[thumb:3355:l]Savona. L’avvocato difensore di Tullio Renato Pisano, il trentacinquenne di Cengio al centro delle indagini sul caso Manunta, ha presentato ricorso in Cassazione contro il provvedimento del Tribunale del Riesame di Genova che ha autorizzato l’arresto del suo assistito, attualmente già in carcere a Sanremo per un altro reato. Nel marzo del 1990, in un’abitazione di via Untoria a Savona, il transessuale Donatella Manunta, 51 anni, fu seviziata con un bottiglione vuoto e massacrata con un tubo di ferro.
Il procuratore capo Vincenzo Scolastico e il sostituto procuratore Alberto Landolfi, grazie alle moderne metodologie investigative, avevano riaperto l’inchiesta individuando in Pisano il principale indagato. Ad incastrarlo, secondo l’accusa, sarebbe la presenza di impronte digitali sulla bottiglia utilizzata dall’assassino per infierire sulla vittima. Impronte che corrisponderebbero a quelle del pregiudicato valbormidese, il cui legale, l’avvocato Attilio Bonifacino, ha invece presentato un dossier per smentire punto per punto le tesi della Procura. Il trentacinquenne di Cengio ha ammesso di essere stato nell’appartamento di via Untoria all’epoca dei fatti, ma soltanto perché amico del transessuale. Secondo l’ipotesi degli inquirenti, il killer avrebbe agito per rapinare la vittima, derubarla degli incassi, inscenando il delitto a sfondo sessuale.
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