Politica

Politica: il Partito Comunista dei Lavoratori nasce sotto la guida di Marco Ferrando

Regione. Dopo quattro giorni di dibattito politico e con la conferma di Marco Ferrando come portavoce nazionale, domenica 6 gennaio presso l’Hotel Royal di Rimini si è concluso il congresso di fondazione del Partito Comunista dei Lavoratori (PCL), formazione di orientamento trotzkista, intransigentemente “anticapitalista e laica” (“Per essere coerentemente anticapitalisti, dobbiamo essere coerentemente anticlericali”, ha dichiarato Ferrando), parimenti distante sia dalle iatture storiche dello stalinismo novecentesco sia dalle impostazioni politiche proprie del riformismo socialista.
Militante insieme all’amico genovese Franco Grisolia nei movimenti della sinistra trotzkista esterna al PCI fin dalla metà degli anni Settanta, Marco Ferrando, per molti anni professore di storia e filosofia al liceo Issel di Finale Ligure, negli anni di dissoluzione del partito comunista italiano fu nei primi anni Novanta tra i fondatori della federazione savonese del PRC: coordinatore provinciale del “Movimento per la Rifondazione Comunista” nel 1991, alla nascita del partito nel 1992 ne divenne il primo segretario mantenendone la carica fino al 1994. Candidato della sinistra interna nelle liste del PRC al Senato nelle ultime elezioni nazionali, dopo un’accesa polemica scoppiata nel gennaio del 2006 in merito ad alcune dichiarazioni rilasciate da Ferrando al “Corriere della Sera” sulla strage di Nassiriya, la sua candidatura venne ritirata. Apertamente ostile alle convergenze programmatiche con l’Unione propugnate dalla segreteria nazionale di Rifondazione, Ferrando rompe infine con il partito e nel giugno del 2006 dà inizio al Movimento Costitutivo per il Partito Comunista dei Lavoratori, processo che ha avviato sul territorio nazionale l’organizzazione dei quadri e delle strutture locali in vista della fondazione ufficiale del partito avvenuta nei giorni scorsi. Oltre alla sezione provinciale savonese il cui portavoce è Giorgio Magni, sono attualmente sei le principali sezioni del PCL già attive in Liguria: Sanremo, Genova, Sestri Levante, Tigullio e La Spezia.
“Siamo giunti qui al congresso fondativo del Partito Comunista dei Lavoratori a coronamento di un anno e mezzo di intenso lavoro politico; un anno e mezzo difficile, faticoso come tutti noi ben sappiamo ma che ha visto confermate nella forma più clamorosa tutte le ragioni della nostra scelta”, ha sostenuto Marco Ferrando aprendo con la sua relazione politica i lavori del congresso nel pomeriggio di giovedì 3: “Un anno e mezzo fa, alla vigilia della nostra rottura con il PRC e quindi del suo ingresso al governo, mentre il gruppo dirigente di quel partito annunciava sui muri di tutta l’Italia che l’Italia sarebbe cambiata davvero, mentre le future sinistre critiche chiedevano l’appoggio esterno al governo da influenzare con il movimento, noi controcorrente dicevamo che l’annunciato governo Prodi avrebbe rappresentato il blocco dominante delle grandi imprese e delle banche, formulando una previsione precisa”. Non meno dura nei confronti del governo e delle forze di sinistra che lo sostengono è stata domenica la relazione conclusiva di Ferrando: “L’agonia del governo Prodi e della sua maggioranza, la ricerca di un asse Veltroni-Berlusconi-Bertinotti finalizzato ad una nuova legge elettorale, dominano l’attuale passaggio politico – ha sottolineato il portavoce nazionale del PCL -; le sinistre di governo rivelano una volta di più la propria totale mancanza di principi: invece che contrapporsi alle nuove leggi truffa col rilancio di una battaglia politica proporzionale, negoziano, come sul piano sociale, sul terreno dell’avversario, nell’esclusiva ricerca di una propria tutela di ceto sul piano della collaborazione di classe”.
Alcuni dei principali impegni dei prossimi mesi del nuovo partito saranno la preparazione alla tornata elettorale amministrativa di primavera, il rilancio della campagna di opposizione al governo Prodi “combinato con la denuncia del carattere truffaldino della cosiddetta ‘verifica’ annunciata” e la contrapposizione alla nuova concertazione sulle regole contrattuali (“Contro le manovre di governo-confindustria-burocrazie sindacali – spiega in una nota stampa il PCdL – che cercano di patteggiare qualche riduzione fiscale simbolica sui salari come copertura dell’attacco al contratto nazionale di lavoro, il Pcl rilancia la proposta di vertenza generale, a partire dalla lotta contro il carovita. Con la richiesta di un consistente aumento dei salari e degli stipendi per tutti i lavoratori, di un controllo operaio e popolare sui prezzi, dell’abolizione delle leggi di precarizzazione del lavoro”).
Sebbene il Partito Comunista dei Lavoratori nasca come soggetto visibilmente minoritario – attualmente sono circa 2000 gli iscritti alle 59 sezioni provinciali del PCL attivate nei mesi scorsi – i suoi sostenitori sono persuasi che con il “fallimento” del progetto di Rifondazione (il PRC “ha concluso il proprio tragitto dopo infinite giravolte nel governo dei sacrifici e della guerra nell’abbraccio arcobaleno con Pecoraro Scanio e Mussi quale aspirante vassallo del Partito Democratico”, ha sarcasticamente asserito nella sua relazione introduttiva Ferrando) possa svolgere nel panorama politico italiano un ruolo rilevante, colmando quel vuoto creatosi a sinistra con la dissoluzione del PCI: “non c’è ricostruzione di una prospettiva alternativa del movimento operaio se non con la ricostruzione di un’altra sinistra italiana, di un’altra direzione che nasca dalla rottura sociale con la socialdemocrazia, con lo stalinismo, con la loro deriva, che tragga il bilancio di un’epoca – ha sostenuto Marco Ferrando al congresso -; questo è il senso e se volete l’ambizione del Partito Comunista dei Lavoratori, questa è la ragione che ha sospinto la lunga battaglia politica che ha accompagnato la sua formazione. Il PCL – ha proseguito Ferrando – nasce oggi ma ha una sua storia: non solo quella di un anno e mezzo del movimento costitutivo ma quella di quasi vent’anni di battaglia politica contro la deriva della sinistra italiana, una battaglia controcorrente dentro lo spazio storico nuovo liberato da crollo dello stalinismo e dallo scioglimento del PCI”.

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