Economia

Piattaforma di Vado: l’assessore Peluffo su prospettive di occupazione e retribuzioni

Progetto piattaforma Maersk - Waterfront

[thumb:4970:l]Provincia. “Possiamo discutere di tutto ma non sul positivo e certo impatto occupazionale che la struttura portuale di Vado Ligure avrà sul tessuto economico locale”. Così l’assessore provinciale all’industria Roberto Peluffo, che aggiunge: “Ci giochiamo una partita decisiva per lo sviluppo della provincia savonese e dobbiamo mettere in conto le posizione demagogiche dell’ultimo momento. Ho l’impressione che via via che si controbattono e smontano le critiche, questi oppositori rilancino sparandole sempre più grosse”.
Peluffo cita i dati dell’occupazione e delle retribuzioni in atto presso il terminal VTE di Genova Voltri e al SECH, il Terminale contenitori del Porto di Genova. “Il terminal VTE (Voltri Terminal Europa) che movimenta ca 1 milione di Teu l’anno agisce su 5 dei 6 moduli del porto di Voltri – osserva l’assessore – L’organico diretto di VTE, vale a dire persone impiegate con contratto a tempo indeterminato o apprendistato professionalizzante (gli ultimi assunti nel corso del 2007) è oggi di 674 unità, comprensivo di impiegati,operai e dirigenti”.
Ai dipendenti diretti si aggiungono le 40.000 giornate lavorative annue fornite dalla compagnia portuale per un impiego di circa 170 persone continuative. “In totale sono 844 occupati, ai quali si deve aggiungere infine l’indotto vero: spedizionieri, agenti, autotrasportatori, doganieri” specifica Peluffo, che porta poi l’altro esempio: “Al SECH, Terminale contenitori del Porto di Genova Spa, che movimenta circa 380.000 teu l’anno, gli addetti diretti con contratto a tempo pieno e indeterminato e apprendistato professionalizzante sono 241, ai quali si aggiungono 31000 avviamenti annui dalla CU, per circa 120 posti di lavoro continuativi, per un totale di 341 posti di lavoro. Non esiste un solo caso di cessazione al termine del periodo di apprendistato; credo nemmeno al VTE”.
“Anche sui livelli retributivi occorre chiarezza – prosegue l’assessore provinciale all’industria – Si tratta di lavori certamente impegnativi ma ben retribuiti. Per fare un esempio, un operaio al 4° livello Ccnl dei porti che lavora 36 ore settimanali può percepire 1500 euro netti; se poi, come più del 50% degli operativi, quell’operaio ha 5 anni di anzianità e la polivalenza completa, lo stipendio arriva a 1800-1900 euro. Le retribuzioni portuali sono storicamente più alte di quelle degli altri comparti non tanto per gli effetti della contrattazione nazionale, che è in linea con gli altri comparti economici, ma per effetto dei rimandi che l’art. 52 del Ccnl ha verso la contrattazione integrativa alla quale viene delegata anche la definizione della parte economica di istituti essenziali per il lavoro portuale”.

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