Lettera al direttore

Made in Italy e “povera Italia”

Erano i primi anni Settanta. Bambino, vedevo incuriosito scorrere su cinegiornali e televisione le immagini del “made in Italy”, orgoglio di un boom economico prevalentemente prodotto in Pianura (Padana). C’erano però anche mafia, scandali, terrorismo, contestazione giovanile… Mi accompagnava mio nonno, classe 1898, il quale, ex carabiniere della grande guerra, per nulla soddisfatto, spesso sbottava, sentenziando: “Povera Italia!”.
Siamo nel 2008, in questi giorni… I multiformi canali di comunicazione del villaggio globale diffondono sequenze che immortalano il “made in Italy”, copiosamente ammonticchiato in un luogo, per destino beffardo ancora chiamato Pianura (non Padana).
Gli spiritosi di turno potrebbero insinuare che i creativi di quel distretto di produzione non sono bravi solo con il “made in Italy”. Su comando, infatti sanno pure fornire il “made in XY”, Guardia di Finanza permettendo…
Questo però non c’entra. Non stiamo a parlare di marchi fasulli ma di problemi reali, sempre gli stessi incancreniti e di nuovi anche peggiori… Trovo difficile sentenziare. La rabbia, la delusione e la vergogna superano ormai l’insoddisfazione. “Povera Italia!”, di certo non basta più.
P.S.: ben lungi dal lanciare strali contro Napoli “millennaria”,culla d’ arte e civiltà, ed il suo splendido popolo. Invettive piuttosto contro corrotti ed insipienti che rovinano il “Belpaese” intero, la “Povera Italia!!” appunto.

Antonio Rossello

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