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L’Enpa chiede misure alternative alla caccia al cinghiale

Provincia. La caccia al cinghiale, “uscita dalla porta” con la chiusura stagionale del 31 dicembre scorso, “rientra dalla finestra” con le battute straordinarie mascherate dalla necessità di tutelare le coltivazioni. E’ quanto sostiene, in un comunicato, l’Enpa di Savona. “Nei giorni scorsi – si legge nella nota – sono avvenuti abbattimenti di animali nelle aree protette della Bombarda (a Pontinvrea), mentre numerosi altri sono in programma in diverse zone del savonese e della Valbormida. L’Ente Nazionale Protezione Animali di Savona è sconcertato dal poco chiaro e semplicistico automatismo che, in un ambiente complesso e spesso contorto come quello della caccia, fa meditare sulle reali finalità di ogni intervento”.
Per questo motivo l’Enpa ha chiesto alla Provincia ed agli Ambiti di caccia di accedere agli atti dell’iter procedurale delle battute, per conoscere se, prima di organizzare le mattanze, sono stati valutati i danni alle colture, tali da giustificare un intervento tanto drastico; e se sono state attuate le soluzioni incruente previste dalla legge.
Nei giorni scorsi, l’associazione si è rivolta al Ministro dell’ambiente, Pecoraro Scanio, chiedendogli di dare impulso alla ricerca di metodi alternativi di contenimento ed ha
trasmesso un dossier riportante le incoraggianti esperienze già in corso in Africa, Stati Uniti ed Europa, ricordando che, solo avviando serie ricerche e studi di fattibilità, si potranno risolvere le problematiche connesse ed ottenere soluzioni davvero efficaci al presunto conflitto tra ungulati e coltivazioni.

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