[thumb:4362:l]Albenga. Nonostante le avverse condizioni meteorologiche, sala del cinema teatro Ambra quasi piena ieri sera alle 21 in occasione della prima assemblea pubblica di presentazione del processo che porterà, attraverso un’articolata fase di “ascolto diretto” della cittadinanza, degli imprenditori e degli operatori socio-economici e culturali ingauni, alla stesura della cosiddetta “Agenda di temi e dei luoghi” e successivamente alla definizione del nuovo Piano Urbanistico Comunale (PUC) cittadino che dovrà essere pronto per il 2009. “In ascolto della società civile per un nuovo progetto di sviluppo sostenibile della città di Albenga” è il titolo esemplificativo che è stato dato a questo incontro introduttivo durante il quale, in poco più di un’ora e mezza, il sindaco Antonello Tabbò, l’architetto Ugo Baldini (presidente della CAIRE, la Cooperativa Architetti e Ingegneri di Reggio Emilia che si è aggiudicata la gara del PUC indetta ad Albenga) e il suo collaboratore Marco Aicardi hanno illustrato ai cittadini, assessori e consiglieri di maggioranza e minoranza intervenuti il significato delle scelte e delle metodologie che saranno adottate durante la “fase d’ascolto”, un processo democratico che porterà alla redazione dell'”Agenda di temi e dei luoghi”, il documento che, unitamente alle analisi tecniche parallelamente svolte dallo stesso Caire, dovrebbe in seguito venire utilizzato dall’amministrazione per l’elaborazione della bozza di un PUC capace di rispondere il più possibile alle concrete esigenze di sviluppo della città in accordo con le reali aspettative di tutta la cittadinanza.
“Quello che mi preme e che ci preme come amministrazione comunale – ha spiegato il sindaco nel suo intervento – è chiarire il perché è necessario che il PUC sia un PUC partecipato; Gaber in una splendida canzone diceva ‘la libertà non è stare sopra un altro, la libertà è partecipazione’ ed è con forza che chiediamo la partecipazione di tutti perché il futuro di Albenga è il futuro di tutti. Ovviamente – ha proseguito Antonello Tabbò – al termine dei vari esami, dei vari incontri, delle varie analisi ci sarà il momento della sintesi e ognuno dovrà prendersi la propria responsabilità per il ruolo che gli concerne ma il momento della partecipazione, il momento di allargare alle esigenze e ai bisogni delle persone, la necessità della partecipazione per capire più esattamente il territorio, quello lo dobbiamo fare insieme, ad iniziare – ha aggiunto Tabbò – dai consiglieri comunali, anche di minoranza, che nei rispettivi ruoli dovranno dire la loro. È un invito forte questo: vediamo di partire con il piede giusto per riuscire insieme a creare un documento, un prodotto veramente valido perché Albenga ne ha bisogno e quando dico che ‘Albenga ne ha bisogno’, non ne ha bisogno solamente Albenga ma un comprensorio, che è qualcosa di molto più ampio”. Il sindaco ha sottolineato la “necessità impellente di costruire questo futuro” tenendo conto delle molteplici “necessità” e “tante potenzialità di Albenga” (la quale, ha detto, ne ha “molte più di altre città della nostra riviera”) ma fondando le sue “radici sulla politica del ‘noi’ e non sulla politica dell”io’, sulla politica delle esigenze globali e non sulla politica delle esigenze semplicemente individuali”, tenendo conto comunque che il “filo conduttore [che] peraltro bisogna discutere” sarà il “programma che questa amministrazione ha posto davanti ai cittadini di Albenga”; “qui – ha proseguito Tabbò – dobbiamo stringere i tempi, il PUC può essere questo strumento, lo può essere se insieme lo andiamo a creare”. “Ci sono degli importanti e ineluttabili fatti che arriveranno”, ha ricordato in conclusione del suo intervento il sindaco riassumendo alcuni punti che dovranno essere tenuti presenti durante i dibattiti delle successive assemblee pubbliche, “come lo spostamento a monte della ferrovia; ci sono delle speranze concrete molto fondate di cui abbiamo già avuto importanti assicurazioni (vedi la questione porto), tutte cose che stravolgeranno o quantomeno daranno una dimensione diversa della ‘città Albenga’, perché Albenga è una ‘città’. C’è tutto il comparto dell’agricoltura che era e rimane importantissimo ed essenziale per la città di Albenga, come c’è tutto il comparto del turismo che deve rivedere una propria riqualificazione nuova e forse anche diversa, attraverso la riscoperta e la scoperta di potenzialità che fino adesso sono state appena sfiorate: vedi il discorso dell’archeologia, vedi il discorso della cultura. Tutto questo è Albenga e tante altre cose ma soprattutto Albenga dovrà puntare sulla qualità e, credo che su questo saremo d’accordo tutti, dovrà riscoprire il mare”; “credo – ha inoltre aggiunto Tabbò – che il centro storico di Albenga sia un qualcosa di cui dobbiamo andare fieri e che dobbiamo con grande attenzione tutelare”. “Questo – ha infine concluso il sindaco citando un celebre passo del ‘Qoelet’ – per i prossimi mesi sarà [comunque] per noi soprattutto un tempo per ascoltare e lo faremo con grande attenzione, assieme a quelli che vorranno attraverso il loro proficuo atteggiamento, con buona volontà credere insieme a noi che si può veramente creare un prodotto importante”.
La parola è poi passata ai due tecnici del Caire che hanno illustrato un quadro di insieme dei principali indicatori socio-economici della realtà ingauna, alcuni principi fissati dalla legge urbanistica regionale n. 36/1997 in merito alla funzione di strumento di sviluppo urbanistico, economico e sociale svolta dal PUC e, naturalmente, il metodo e le tappe che seguirà il processo di “ascolto” della cittadinanza avviato ieri. Nei prossimi tre mesi i cittadini di Albenga potranno esprimersi direttamente sul merito delle questioni attraverso le otto pubbliche assemblee tematiche territoriali che si terranno nei quartieri e frazioni di Bastia (giovedì 17 gennaio presso la scuola elementare), Lusignano (venerdì 18 gennaio presso la scuola materna), Salea (lunedì 21 gennaio alla Macchia Verde), Leca (venerdì 25 gennaio presso le Opere Parrocchiali), Campochiesa (giovedì 31 gennaio presso le Opere Parrocchiali), San Giorgio nella (venerdì 1° febbraio alla sala Don Pelle), Vadino, (giovedì 7 febbraio presso la sede ANFI di via Piave) e San Fedele (venerdì 8 febbraio presso la scuola materna), e attraverso questionari, osservazioni scritte, colloqui, interviste individuali e collettive che coinvolgeranno “un centinaio di soggetti rappresentativi di altri cittadini”. Questa “fase di ascolto” porterà alla stesura dell'”L’Agenda dei temi e dei luoghi”, cioè, ha spiegato l’architetto Ugo Baldini, di “un documento sui cui dovrebbero essere [fissati] i problemi così come i cittadini più o meno espressamente li hanno espressi”. Sarà poi compito e responsabilità dell’amministrazione comunale recepire le indicazioni della cittadinanza emerse: “Non pensiamo a nessun automatismo tra il ‘documento dei temi e dei luoghi’ e il PUC – ha precisato il presidente del Caire Baldini -; l’amministrazione si assumerà la sua piena responsabilità nel condividere, condividere parzialmente o non condividere il tutto. Questo fa parte però di un gioco democratico, un po’ grossolano forse ma che però serve un principio di massima trasparenza possibile e sappiamo che la trasparenza è un valore nei processi decisionali, riduce gli errori, migliora la possibilità di considerare gli apporti degli altri”. Si tratta, ha aggiunto durante il suo intervento Marco Aicardi, il consulente tecnico del Caire che con il collega Andrea Panzavolta curerà la “fase d’ascolto”, di “un esempio non di ‘democrazia deliberativa’, cioè le persone che ascolteremo non dovranno porre in atto delle scelte, ma di ‘democrazia consultiva’, cioè verrà chiesto alle persone di esprimersi rispetto a quelle che sono le problematiche che si trovano ad affrontare giornalmente”. “Questa analisi sociale – ha proseguito Aicardi – prenderà i prossimi tre mesi di lavoro; noi saremo su vostro territorio in maniera costante e assidua per cercare di parlare al maggior numero di persone possibile e capire quali sono i punti di forza, quali sono gli snodi critici, i temi che considerate strategici per lo sviluppo della vostra città ma allo stesso tempo quali sono anche le paure e le insidie che vi trovate ad affrontare giornalmente”.
Lungo l’elenco dei soggetti che i tecnici del Caire hanno chiesto all’amministrazione di poter coinvolgere: “le associazioni economiche, le associazioni sindacali, le aziende che curano i servizi (in particolare quelle socio-sanitarie), le principali aziende presenti sul territorio, tutte le associazioni, le rappresentanze religiose, il mondo della scuola, le forze di sicurezza e le autorità militari, una serie di personalità singole che in particolare dovranno essere soggetti che sono particolarmente rappresentativi di Albenga all’esterno, per cui potrebbero essere gli storici, i giornalisti, i geografi o comunque persone che hanno dato lustro alla città. Ovviamente ci interessa anche capire come funziona il mercato di questa città per cui abbiamo chiesto all’amministrazione di incontrare [anche] i tecnici degli ordini professionali, gli istituti di credito e gli ordini professionali”, ha spiegato Aicardi.
Completata la fase di ascolto avverrà un primo lavoro di sintesi che verrà presentato in un’ultima assemblea pubblica per verificare con la cittadinanza stessa “se il quadro ricostruito effettivamente corrisponde alle attese” e “si giungerà così infine alla redazione definitiva dell'”Agenda dei temi e dei luoghi”, documento che “sarà di facile lettura grazie a un sistema iconografico, cioè a una serie di fotografie e di mappe che raffigureranno i luoghi e le tematiche che sono state messe in luce dai cittadini”. I questionari e la documentazione elaborata durante le assemblee e gli incontri programmati, sarà resa via via disponibile nel sito del comune (www.comune.albenga.sv.it).
Per il positivo interesse suscitato tra la cittadinanza già da questa prima assemblea pubblica introduttiva, ha espresso soddisfazione il sindaco Antonello Tabbò: “Intanto soddisfazione – ha dichiarato il sindaco ad IVG.it – per l’elevata presenza di persone, di cittadini, di professionisti e di imprenditori a dimostrazione della necessità, della volontà e della voglia di partecipazione, una voglia di partecipazione che vogliamo cogliere e trasferire proprio in questo metodo di lavoro per giungere poi alla redazione del piano urbanistico comunale. Saranno mesi intensi, di grande confronto, di grande dialogo e di grande ascolto”.
Il capogruppo consigliare di Forza Italia Mauro Vannucci ha preferito non rilasciare dichiarazioni a fine serata, riservandosi di formulare un giudizio di merito alla luce del dibattito che si svilupperà nelle successive assemblee pubbliche ma per FI il consigliere Roberto Schneck aveva espresso nei giorni scorsi critiche al metodo adottato dall’amministrazione: “Fare le assemblee non è una novità, anzi è un obbligo di legge e farle adesso non serve a nulla. Sarebbe meglio cominciare a discutere il PUC in consiglio comunale, parlarne in città e poi incontrare i cittadini quando sanno di cosa si sta parlando. Nel frattempo sarebbe utile chiedere ai progettisti di essere disponibili un paio di volte la settimana a ricevere i singoli cittadini e ascoltare le loro esigenze, anche perché se uno vuole costruire sui suoi terreni non va a dirlo davanti a cinquecento persone”, aveva dichiarato. “Questa è un po’ la vecchia politica: prima la politica analizza i temi, dà le soluzioni e poi le presenta alla città – ha commentato ad IVG.it ieri sera dopo la prima assemblea pubblica il vice sindaco e assessore all’urbanistica Franco Vazio -; qua è proprio un capovolgimento al quale siamo tutti chiamati e noi riteniamo di rispondere. Certo, era più semplice, più banale: la politica dice quali sono i temi, dice quali sono le soluzioni e poi va in piazza a chiedere il consenso; è quello che è sempre stato fatto, è quello che sono sempre stati i piani fino a qualche anno fa”. “Questo è un modo diverso di presentare e certamente di iniziare un percorso su un grande strumento urbanistico – ha proseguito il vice sindaco – e credo che sia anche il segno di una grande trasparenza; credo che i grandi temi, così come sono stati in maniera latente accennati, potranno trovare secondo me una buona soluzione ma soprattutto è un atto, io credo, della politica perché questo sistema parte mettendo all’inizio del ragionamento i bisogni che i cittadini e le associazioni vorranno porre e la politica dovrà fare un po’ la sintesi di questa prima raccolta dei dati. Credo – ha aggiunto l’assessore all’urbanistica – che sia un fatto di umiltà ma è anche importante perché ci può dare degli strumenti significativi per poi far la sintesi. Se saremmo in grado, io dico sia la maggioranza che la minoranza, possiamo fare un buon lavoro anche in maniera innovativa altrimenti, cioè se la politica volesse sopraffare questo tipo di ragionamento, sarà un po’ una sconfitta. Ma io sono fiducioso – ha concluso Vazio – che ci siano le condizioni per andare avanti con questa maniera innovativa”.
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