C’è chi temeva Demostene, chi ha sognato Tucidide e chi, leggendo le righe di Aristotele, s’è messo le mani nei capelli. E’ un pessimismo cosmico quello che assale gli studenti del liceo classico ingauno alla conclusione della seconda prova scritta. Versione di greco e un testo – che i ragazzi definiscono “astratto”, con alcuni periodi “intraducibili” – dal titolo “Non il caso ma la finalità regna nelle opere della natura”. Di Aristotele, appunto. “Non eravamo preparati a questa evenienza. E s’è visto” dicono i maturandi albenganesi
Maturità, Aristotele troppo difficile per gli studenti albenganesi