In marcia

In America la politica la fanno i giovani: contro le armi

Migliaia di giovani hanno sfilato contro le armi senza controllo a Washington e oltre 800 città degli Stati Uniti

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E’ un vero e proprio fiume di persone quello che ha travolto Washington, e molte altre città americane, in occasione della March for Our Lives per protestare contro le armi facili. La marcia è nata come reazione all’ennesima strage causata dalle armi da fuoco che questa volta ha riguardato una scuola superiore di Parkland nella quale hanno perso la vita 17 persone e molte altre sono state ferite. Fra i manifestanti la stragrande maggioranza era composta da giovani studenti. Si stimano circa 800 mila persone presenti, la manifestazione giovanile più grande dai tempi della Guerra del Vietnam.

A salire sul palco sono stati proprio alcuni dei sopravvissuti a questa sparatoria. Uno degli interventi più significativi è di Edna Chavez:

Dobbiamo dire basta ai fiori, ai poster e ai minuti di silenzio in onore delle vittime. Quel che è troppo è troppo, quanti bambini devono morire prima che il problema sia riconosciuto? Politici, dare una pistola agli insegnanti non potrà funzionare!

Secondo McDade D’Angelo:

La violenza non può scacciare la violenza, solo la pace può farlo. Sono una vittima, un sopravvissuto alla violenza delle armi. Siamo i sopravvissuti delle politiche sbagliate del Senato, delle discriminazioni, della povertà e della mancanza di risorse.

Si guarda agli altri paesi, la maggior parte dei quali ha un livello di controllo maggiore sul possesso delle armi e per questo una minore incidenza di morti e feriti da armi da fuoco. Ogni proposta volta a regolamentare maggiormente il mercato delle armi finora è sempre andata a sbattere contro il muro del Secondo Emendamento della Costituzione degli Stati Uniti che dice:

Essendo necessaria alla sicurezza di uno Stato libero una ben organizzata milizia, il diritto dei cittadini di detenere e portare armi non potrà essere infranto.

Proprio il secondo emendamento viene impugnato dalla lobby delle armi e dai politici che esse appoggiano per frenare le istanze di cambiamento delle leggi legate all’accesso alle armi.

La National Rifle Association (NRA) è la più importante e influente lobby americana di armi, rappresenta circa 5 milioni di americani e spende ogni anno un cifra media superiore ai 10 milioni di dollari per finanziare i candidati politici graditi, in grandissima parte appartenenti al Partito Repubblicano anche se nella lista di donazioni spuntano anche alcuni esponenti del Partito Democratico.

Secondo alcuni recenti sondaggi il 47% degli americani vorrebbe norme più severe riguardo alle armi. Il 38% vorrebbe che rimanessero come sono e il 14% pensa che sarebbe meglio renderle meno rigide. Secondo alcune stime negli Usa ci sono più pistole che abitanti.

Va detto che il rapporto degli americani con tutto quello che contempli proiettili e polvere da sparo è abbastanza singolare: aveva fatto scalpore nel 2015 un video dell’attuale senatore e allora candidato alle primarie repubblicane, Ted Cruz, che mostra orgogliosamente come cuocere il bacon al poligono di tiro avvolgendolo intorno al fucile.

https://www.youtube.com/watch?v=EaZGaJrd3x8

La piazza del 24 Marzo chiede ai politici di non accettare più alcun finanziamento dalla NRA, i cui esponenti sono considerati i responsabili del sangue versato dalle giovani vittime delle stragi degli ultimi anni. Molti dicono di avere un parente, un amico o un conoscente vittima di uno colpo da arma da fuoco. Solo nel 2017 si è arrivati a più di 15 mila morti.

Si chiede che ogni pistola venga registrata, che ogni possessore di un arma debba superare un esame scritto, uno pratico e uno di sanità mentale per ottenere la licenza. In ultimo i manifestanti chiedono di ritirare dal mercato alcuni tipi di armi che hanno causato un alto numero di morti.

I giovani manifestanti sono determinati, urlano “Never Again“, mai più. Giurano che “Enough is enough“, quel che è troppo è troppo. Sono decisi a raccogliere il testimone dai loro genitori, una generazione mai in grado di cambiare le cose per evitare stragi come quella del giorno di San Valentino.
Dal palco viene scandita la frase “We will vote them out” letteralmente “vi bocceremo con il voto” rivolto ai candidati sostenuti dalla NRA. Perchè nel 2018 ci sono le elezioni di Midterm nelle quali si rinnovano alcuni seggi che potrebbero cambiare gli equilibri politici al Senato e i ragazzi di Parkland sembrano intenzionati a farsi sentire. Non a caso lo slogan della manifestazione è stato “Register. Educate. Vote”.
Come dice il rudimentale cartellone in foto: ci vediamo alle elezioni.

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