domenica
16
Ottobre
2016

Savona, il Teatro dell’Opera Giocosa in scena con “Nina, o sia la pazza per amore”

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16
Ottobre
2016
Teatro dell'Opera Giocosa Nina, o sia la pazza per amore
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Apre la stagione autunnale del Teatro dell’Opera Giocosa Nina, o sia la pazza per amore, commedia in prosa ed in verso per musica di Giovanni Paisiello tratta dalla commedia Nine ou La olle par amour di Benoit-Joseph Marsollier des Vivetières. (traduzione italiana di Giuseppe Carpani con aggiunte di Giovan Battista Lorenzi).
Prima rappresentazione: S. Leucio (Caserta) Palazzo Reale, 25 giugno 1789. Con un libretto ampliato in due atti e l’aggiunta di parti musicali, sempre di Paisiello, viene messa in scena a Napoli al teatro dei Fiorentini nel 1790.
L’opera va in scena domenica 16 ottobre, ore 15.30, al Teatro Chiabrera.

Cast: Giuseppina Piunti (Nina), Francisco Brito (Lindoro), Rocco Cavalluzzi (Conte), Carolina Lippo (Susanna), Andrea Vincenzo Bonsignore (Giorgio).

Direttore: Alvise Casellati
Regia e Scene: Stefania Panighini
Costumi: Veronica Pattuelli

Prima esecuzione assoluta dell’edizione critica di Lucio Tufano

Orchestra Sinfonica di Sanremo

In collaborazione con il Giovanni Paisiello Festival di Taranto

Esempio tra i più illustri di “opera sentimentale” settecentesca, Nina ebbe una straordinaria fortuna sin dal suo debutto. L’opera piacque soprattutto per la novità del tema larmoyant, valorizzato dall’uso dei recitati, pratica estranea alla tradizione operistica italiana. In questo senso, la Nina ha un ruolo fondamentale nel passaggio da antico a nuovo regime e testimonianza del gusto, in cambiamento, del pubblico dell’epoca.
Vero e proprio topos letterario e teatrale, la perdita di senno sanciva l’incomunicabilità tra il soggetto e chi lo circondava: vuoto colmato – almeno idealmente – con la morte (così in diverse opere “serie” anche successive), o, come in questo caso, con la guarigione e il lieto fine. Tuttavia, la svolta sta nel considerare la follia come rivelazione dell’animo umano e darle quindi la giusta importanza nella delineazione psicologica del personaggio.
“La follia vive di immagini, di ricordi, di suggestioni, di sprazzi di luce che compongono un labirinto variegato e complesso, spesso senza via di uscita: ognuno di noi è folle a suo modo, a seconda della propria storia, delle proprie delusioni, dei propri amori, ognuno di noi percepisce una realtà sempre differente dagli altri, in un mondo che dunque si manifesta come un caleidoscopio di tante forme diverse. Una donna, che conserva dentro di sé l’animo di una bambina: ecco la mia Nina. Una donna che insegue la propria follia a ritroso fino all’età dei giochi, delle chimere e delle favole, una follia da cui è difficile risvegliarsi, se non attraverso il bacio dell’innamorato (proprio come in una favola). Due bambini che si inseguono, corrono a perdifiato per poi addormentarsi sotto un albero, un’amicizia infantile che si trasforma in amore adulto, senza soluzione di continuità, un castello che cresce intorno a loro senza sosta, verso un futuro pieno di felicità. Poi in un attimo arriva il buio”. (S.Panighini)

Sebbene Nina fosse stata concepita come unicum destinato a uno specifico evento della vita di corte, la sua fama presto si diffuse nella città di Napoli. Durante il mese di luglio del 1789, il teatro dei Fiorentini ospitò alcune rappresentazioni dell’opera nella versione originale in un solo atto, così che il pubblico della capitale potesse farsi un’idea dello spettacolo: un anno dopo, Nina venne inserita nel cartellone ufficiale dello stesso palcoscenico. In tale occasione Lorenzi e Paisiello rielaborarono la partitura nata per San Leucio allo scopo di adeguarla alle dimensioni di una normale ‘commedia per musica’: mantennero, in via eccezionale, l’alternanza di dialoghi in prosa e numeri di canto , ma divisero l’azione in due atti (denominati ‘parti’ nel corrispondente libretto).
Le due versioni di Nina (quella in un atto solo del 1789 e quella in due atti del 1790) sono entrambe legittime, in quanto testimoniano la diversa reazione di uno straordinario uomo di teatro come Paisiello alle specifiche circostanze nelle quali gli fu dato operare. Tuttavia ,poter riascoltare Nina nella sua forma originaria, più compatta e più serrata, costituisce un’occasione rara e preziosa e consente di cogliere in purezza i tratti peculiari di un’opera fortunata e – davvero – geniale, tra le più riuscite del suo autore.

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