La trascrizione, corredata da foto d’epoca e numerose note, di un piccolo diario di 11 centimetri x 7, scritto in minutissima calligrafia durante la Prima Guerra Mondiale dall’ingegner Alberto Damilano. Una testimonianza vera che racconta 10 mesi di guerra a Pietra Ligure e dintorni. Fatti terribili descritti in modo meticoloso da Damilano, che ci fa rivivere l’atmosfera di uno dei periodi più bui della città.
L’ingegnere abitava in via Cesare Battisti e ogni giorno si recava in bici a lavorare alla Piaggio. Come la maggior parte dei pietresi dal 22 giugno 1944, per paura dei continui bombardamenti, lasciò Pietra Ligure e fu sfollato a Giustenice, pur continuando ad andare in bicicletta al lavoro a Finale Ligure. Di quel periodo racconta gli episodi drammatici: incursioni aeree quasi quotidiane con bombardamenti e “mitragliate”, “lotte casalinghe contro i topi, le mosche e le formiche”, prelievi di ostaggi, rastrellamenti, il sequestro dei muli, la requisizione delle biciclette e delle radio, l’uccisione del messo e del segretario comunale (3 settembre).
Non narra questi fatti per sentito dire ma per averli visti e vissuti sulla sua pelle. A volte la grammatica e la sintassi delle frasi non è perfetta ma rispecchia i modi di dire, oggi forse un po’ desueti, dei nostri padri. È stata volutamente lasciata come scritta nel diario per dare l’immediatezza del parlare. Non è infatti un romanzo rielaborato da correzioni ma una cronistoria, uno sfogo scritto di getto dove i sentimenti traspaiono proprio da queste caratteristiche. Spesso sono solo dati e cifre che vengono annotati per non essere cancellati dal tempo.