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“In fondo a destra” ai Cattivi Maestri

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In fondo a destra spettacolo teatrale Bebo Storti Cattivi Maestri

Ci sono tante ragioni per essere preoccupati, oggi come in ogni epoca, e si sente spesso dire che temere il ritorno del fascismo, dell’ideologia, se non addirittura del regime, in fondo è stupido, fascismo e nazismo sono finiti, la Storia li ha condannati, i veri problemi sono altri. Ci piacerebbe poter essere d’accordo. Ma non lo siamo. Non siamo d’accordo quando formazioni apertamente nostalgiche sono accreditate di possibili, buoni riscontri elettorali, quando si spara agli migranti per strada, quando l’insulto, la violenza, l’invito al rifiuto dell’altro entrano a far parte senza troppo scandalo del confronto politico e del discorso pubblico.

Per questo è nato “In fondo a destra”: uno spettacolo non solo antifascista ma democratico, perché dà la parola a quegli stessi rigurgiti che condanna, mostrandone così lo squallore, l’ignoranza, l’insensatezza. Uno spettacolo sicuramente orgoglioso delle proprie posizioni, fondato sull’idea che la memoria non sia una opzione ma un obbligo senza il quale le vite sacrificate per mano di quei fascisti e nazisti vengano rese vane.

Noi condanniamo quel passato, cercando di mettere le persone perbene di fronte a personaggi mostruosi ma purtroppo non inverosimili, anzi atrocemente umani: famiglie snaturate, demagoghi urlanti, avvelenatori del pensiero.

In fondo a destra spettacolo teatrale Bebo Storti Cattivi Maestri

Bebo Storti, autore, regista e interprete, alla terza collaborazione con i Cattivi Maestri, ha costruito uno spettacolo agile, fondato sulla forza della parola e la nettezza dell’immagine. Disposto come una cavea di teatro greco il palcoscenico accoglie le ambizioni politiche del fosco giornalista Gunter, l’arrampicata sociale di Ziatod, l’apparente rozzezza del picchiatore Wurt, la desolata disperazione di Mammuti e la gratuita tragedia di Toesgard.

C’è anche Gobetti, nome omen per indicare il ragionatore rigoroso e veemente ma indifeso, che tenta di fermare il ritorno dell’orbace. Il linguaggio denso, stratificato, immaginoso del testo si fa azione, movimento interiore: se gli attori occupano posizioni fisse, brevi quadri si susseguono incalzanti a comporre un mosaico che può avere tante direzioni e assumere tanti volti, ma è reso unitario dal pericolo della disumanità, della volgarità, della disonestà intellettuale, della violenza. In una parola, del fascismo.

Gli spettatori che saliranno le scale delle Officine Solimano in questi giorni si troveranno circondati da locandine della propaganda nazista tedesca. Per far sì che il senso di disgusto, fastidio, nausea abbia inizio ancor prima dello spettacolo. Per sconfiggere le nostre paure dobbiamo conoscerle, dobbiamo parlarne, il silenzio in questi anni non ci ha aiutato.

In fondo a destra spettacolo teatrale Bebo Storti Cattivi Maestri

Scritto e diretto da Bebo Storti.
Con Bebo Storti.
E con Nicola Calcagno alla chitarra, Gabriele Catalano, Alessandro Galli, Francesca Giacardi, Maria Teresa Giachetta, Jacopo Marchisio.
Disegni Alex Raso.
Consulenza linguistica e traduzioni Luisa Ardigò.
Consulenza musicale Fernando Vettore.
Costumi Francesca Bombace.
Consulenza: Carola Serradimigni. Tecnica Gianluca Nasuti.
Una produzione del Teatro dei Cattivi Maestri.

Venerdì 9 marzo ore 20:45, sabato 10 marzo ore 19, domenica 11 marzo ore 17:30

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