Dopo la laurea in filosofia Grazia Genta si è dedicata all’insegnamento nelle scuole dell’obbligo, poi la sua creatività, già nota come scrittrice, ha preso la strada del “fittile” e seguendo i corsi Anspi, diretti da Laura Romano, ha iniziato dal 2010 a presentarsi al pubblico con le sue ceramiche, ben evidenziabili grazie ad una tavolozza nitida, forte, a volte rutilante (si vedano le sue motociclette rosse o le macchine gialle).
Gruppi di suore, fraticelli o religiosi che vanno al mare, guidano sfreccianti vetture decapottabili, suore cuoche o giardiniere… Un universo ironico, semplice, ricco di poesia e verità. Non disdice forme alla Botero, dà vita a “fiabe” di ceramica facendoci ritornare bambini e riesce a far emergere un sorriso a chi guarda.
Gesti, movenze danzanti, i suoi personaggi hanno una grande musicalità e sono sereni nel guardare il mondo: un messaggio di solidarietà e serenità quanto mai pedagogico nella nostra tormentata quotidianità. Riesce a regalarci autentiche sensazioni artistiche, declinate con una materia che esce fuori dai luoghi senza tempo, rompendo il silenzio del quotidiano e avvertendo questa materia quale metodo di conversazione universale.
Le sue opere, a ben guardare, appartengono al pianeta del surreale e, grazie ad una tavolozza rifulgente di colori infiammati da un pathos interiore, perviene a “scrivere” pagine di ceramica financo astratte, certamente molto personali.
Inaugurazione: 3 luglio ore 10
Curatrice: Silvia Bottaro, presidente Associazione “Renzo Aiolfi” e critica d’arte