Nascosti sul tir

“Viaggiavo coi miei parenti”: si difende il pachistano accusato di favoreggiamento dell’immigrazione clandestina

L'uomo è stato interrogato questa mattina dal gip Fiorenza Giorgi

Savona Tribunale

Savona. E’ stato interrogato questa mattina il cittadino pachistano di 34 anni accusato di favoreggiamento dell’immigrazione clandestina dopo essere stato trovato nascosto nel cassone di un tir insieme a tre connazionali, di cui uno minorenne.

Secondo la ricostruzione della polizia stradale, che lo ha arrestato, lo straniero si era fatto pagare dai connazionali promettendogli che sarebbero arrivati in Francia nascosti sul mezzo pensante sul quale erano saliti di nascosto. Era stato l’autista del camion, ignaro di tutto, che dopo aver sentito dei rumori aveva chiesto aiuto alla polizia. Gli agenti nel corso del controllo, avvenuto in un’area di sosta all’altezza di Andora, avevano scoperto i quattro pachistani.

Dopo gli accertamenti nella Questura di Imperia, per il trentaquattrenne erano scattate le manette. Secondo la polizia infatti si era fatto pagare dai tre connazionali promettendo loro che sarebbero riusciti a lasciare l’Italia per raggiungere la Francia. Quando il gruppo si era accorto di viaggiare nella direzione sbagliata qualcuno ha iniziato a dare dei pugni contro il cassone. Sentendo dei rumori, il camionista si era accorto dell’insolita presenza ed aveva dato l’allarme.

Una ricostruzione che il pachistano, assistito dall’avvocato Carlo Manti, questa mattina ha contestato. L’uomo avrebbe infatti spiegato al giudice che i tre connazionali erano in realtà suoi parenti e che il viaggio era stato programmato insieme: “Abbiamo pagato un italiano per poter salire su quel camion e lui ci aveva detto che saremmo andati in Francia. Avevo i soldi in contanti raccolti insieme ai miei famigliari perché dovevo darli ad un’altra persona al nostro arrivo a Nizza”. Insomma il pachistano ha sostenuto davanti al giudice di non aver approfittato di nessun connazionale e, al contrario, di essere stato fregato da chi gli aveva promesso che avrebbero lasciato l’Italia.

Parole che, evidentemente, non hanno convinto il giudice Fiorenza Giorgi che ha convalidato l’arresto e confermato la misura cautelare.

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