Fulmine inatteso

Da “eccellenza” a “fallimento”, la Regione silura GSL: a rischio 100 lavoratori e l’ospedale di Albenga?

L'azienda che gestisce Ortopedia ad Albenga è accusata di non aver raggiunto gli obiettivi prefissati in termini di fughe, da qui la decisione dell'assessore Sonia Viale di dare il via alla risoluzione del contratto

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Albenga. Una delibera che impegna ASL 2 a dare immediatamente il via alla procedura di risoluzione del contratto con GSL. Finisce così l’esperienza voluta a suo tempo dall’assessore alla Sanità Claudio Montaldo che, con una sperimentazione triennale, affidava ad un soggetto privato il reparto di Ortopedia ad Albenga: la delibera che sancisce la separazione è stata approvata ieri pomeriggio dalla giunta regionale su proposta dell’attuale assessore Sonia Viale.

Una notizia totalmente inattesa che rappresenta una vera e propria “bomba” per la sanità savonese: la collaborazione con GSL in questi anni era stata indicata a più riprese come esempio di eccellenza e modello da seguire (l’ultimo, pochi giorni fa, il capogruppo di Forza Italia in Regione Angelo Vaccarezza). Fa scalpore, poi, che ad adottare questo provvedimento sia proprio la giunta Toti, promotrice in questi mesi del “modello Lombardia” che tra le altre cose prevede appunto forte sinergia con il settore privato.

Alla base di questa decisione, spiega Viale, il mancato raggiungimento degli obiettivi previsti dalla sperimentazione (che, però, si è conclusa nel 2014: da allora il rapporto con GSL è pienamente operativo). Sul banco degli imputati finisce il fenomeno delle “fughe”: l’affidamento dell’Ortopedia ingauna a GSL, il 4 febbraio 2011, aveva infatti tra gli obiettivi quello di ridurre la “mobilità passiva regionale di chirurgia protesica”. Si puntava a far scendere del 65% le fughe verso Piemonte e Lombardia. Obiettivo, secondo la Regione, disatteso. Va detto, però, che la decisione arriva “in itinere”: nel 2012 e nel 2013 era arrivato l’ok della giunta Burlando al raggiungimento degli obiettivi, e dal 2014 era partito un piano triennale che imponeva un risultato globale da qui a fine 2016.

Evidentemente, però, secondo la giunta Toti i numeri dei primi due anni non erano confortanti a tal punto da suggerire lo stop immediato. Questa, insieme probabilmente alle indagini collegate a quell’appalto (accusate a vario titolo di abuso d’ufficio e turbativa d’asta 11 persone, tra cui Montaldo, Burlando, Bonanni, Neirotti e Graziella Baldinotti Tizzoni, che si è dimessa a settembre) le ragioni che hanno portato a “staccare la spina”.

Alessio Albani, presidente Giovani Confindustria Liguria

Una decisione che lascia di stucco Alessio Albani, presidente di GSL: “Assolutamente non ci aspettavamo nulla del genere, per noi è un fulmine a ciel sereno“. Che, ironia della sorte, arriva a pochi giorni da un importante “riconoscimento” per il gruppo: una settimana fa l’Agenas (Agenzia Nazionale per i Servizi Sanitari) aveva pubblicato una classifica secondo la quale l’ortopedia ingauna (e quindi GSL) era l’ottava in Italia, e prima in Liguria, per risultati ottenuti sulla chirurgia del ginocchio.

Sulle motivazioni che hanno portato a questa decisione, Albani non sa darsi spiegazioni: “Premesso che non ho letto il provvedimento ma ho saputo della notizia dai giornali, se si parla di fughe occorre precisare che in questi anni abbiamo avuto una capacità di produzione elevatissima, sopra ogni ipotesi, e abbiamo sempre esaurito il budget assegnato“. Quello che Albani non dice ma lascia intendere è che le fughe quindi non dipendano solo da GSL: “Le fughe sono legate anche alla capacità complessiva del sistema ligure, che in questi anni si è ridotta del 50%. Nel 2014 abbiamo subito una decurtazione significativa del budget, e il recente blocco dei pagamenti per 6 mesi ha limitato molto la nostra attività: il che significa che noi abbiamo ampi margini di crescita”.

Sonia Viale

“Dal suo avvio a oggi, Gsl ha centrato gli obiettivi indicati su scala triennale dalla Regione Liguria. Nel 2012 abbiamo raggiunto il risultato al primo anno. Nel 2013 ci è stato richiesto di estendere il traguardo ai pazienti residenti nelle province di Savona e Imperia e l’esito è stato positivo già entro i primi dodici mesi. Nel 2014 l’impegno si è spostato sulla intera Liguria. Lo scorso anno abbiamo effettuato prestazioni record con il pieno raggiungimento dei numeri prefissati nonostante sei mesi di inattività e il parallelo blocco dei pagamenti da parte dell’Ente pubblico” aggiunge Albani.

“Riteniamo che la nostra struttura abbia sempre agito con qualità ed efficienza esaurendo ogni anno il budget assegnato. Restiamo convinti che nel caso di Gsl le fughe verso altre regioni si contrastino grazie alla capacità produttiva del privato unita però alla capacità complessiva del sistema ligure che in questi anni si è ridotta di oltre il 50% a causa dei tagli” conclude il presidente del Gruppo Sanitario Ligure.

Ora cosa accadrà all’Ortopedia di Albenga? Sonia Viale rassicura: niente allarmismi, i tempi non saranno immediati ed il reparto resterà pienamente operativo. “Ovviamente non ci sarà alcuno stop dell’attività nei prossimi giorni – chiarisce – semplicemente scattano le procedure previste in caso di esito negativo di una sperimentazione, ovvero la risoluzione del contratto con i tempi previsti nel contratto stesso”. Tempi che però, ora a caldo, sembra non conoscere nessuno, né l’assessore né lo stesso Alessio Albani: “Francamente mi sentivo talmente tranquillo e sereno che non ho mai pensato di andarli a leggere… nei prossimi giorni vedremo quali modi e tempi sono previsti per interrompere l’attività, liberare i due piani dell’ospedale e le tre sale operatorie”.

A rischio ovviamente i posti di lavoro (quasi un centinaio di dipendenti), ma secondo Albani anche l’esistenza stessa di Ortopedia: a differenza di quanto sostenuto da Viale, infatti, per il presidente di GSL il futuro ha tinte fosche. Sia per ragioni tecniche (i tempi di subentro di un nuovo soggetto) che economiche: “Con l’affitto delle sale operatorie contribuivamo al sostentamento dell’ospedale ingauno con circa un milione di euro, a cui vanno aggiunte tutte le prestazioni di servizio che noi compravamo regolarmente dall’ospedale”. Denaro fondamentale per l’ASL 2 per sostenere il sistema sanitario, senza contare il fatto che ormai Ortopedia rappresentava ad Albenga l’unica “eccellenza” rimasta: due fattori che ora, venendo a mancare, sembrano poter minacciare l’esistenza stessa dell’ospedale.

A tutto questo vanno aggiunte ancora due ricadute negative. La prima riguarda la clinica San Michele, che dà lavoro ad altre 25 persone e riceveva una buona fetta del proprio lavoro proprio da Ortopedia (che inviava lì i pazienti per la riabilitazione). La seconda la spiega Alessio Albani: “Questa decisione minerà definitivamente l’opinione che molti chirurghi hanno del sistema ligure, ed il rischio è che lo strappo diventi irrimediabile e non tornino più ad operare nella nostra Regione”. E ai savonesi non resterà che andarsi ad operare in Piemonte o Lombardia, con buona pace di chi, magari, non aveva in mente di “fuggire” ma dovrà farlo per forza.

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