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Sparatoria di Pietra: archiviate tutte le accuse al maresciallo Umberto Bona

Il carabiniere era accusato di aver sparato il colpo che aveva colpito il turista Corrado Manarin: una tesi che la perizia non ha potuto confermare

bona comandante cc laigueglia

Pietra Ligure. Archiviazione di tutte le accuse. Si conclude così l’indagine a carico di Umberto Bona, il maresciallo dei carabinieri che secondo la tesi degli investigatori aveva materialmente esploso il colpo di pistola che aveva ferito il turista piemontese Corrado Manarin durante la sparatoria verificatasi sulla passeggiata di Pietra nell’agosto 2014 dopo una rapina al Dico di Borghetto.

Durante l’inseguimento, infatti, i militari avevano sparato alcuni colpi nel tentativo di bloccare i due malviventi che avevano assaltato il supermercato: stando alla ricostruzione uno di questi, esploso da Bona con una pistola non d’ordinanza, dopo un rimbalzo sfortunato aveva ferito Corrado Manarin, che a causa di quel colpo aveva perso un rene rischiando anche la vita. Fin da subito, però, erano rimasti parecchi punti oscuri, a cominciare dal numero di colpi esplosi dai carabinieri e dalle traiettorie dei proiettili.

Alla fine per Bona, all’epoca dei fatti comandante della stazione di Pietra Ligure ed in precedenza di quella di Laigueglia, è arrivata l’archiviazione per entrambi i capi d’imputazione. Per quanto riguarda le lesioni colpose, la perizia non ha potuto confermare con certezza il legame tra il proiettile che ha colpito Manarin e la pistola utilizzata in quel momento dal militare.

La seconda accusa invece era legata proprio all’arma utilizzata, che non era quella d’ordinanza: in questo caso è stata accolta la tesi di Bona che ha sempre sostenuto lo “stato di necessità” (la pistola d’ordinanza si trovava in cassaforte e recuperarla avrebbe richiesto tempo prezioso in quei momenti concitati, mentre il revolver personale, regolarmente denunciato, era più facilmente raggiungibile).

Una vicenda che quindi si chiude con un lieto fine per Bona, che in questo modo vede di nuovo immacolata la propria carriera: molti gli elogi ricevuti negli anni, sia per missioni all’estero in Colombia, Spagna, Tunisia e Kosovo (per quest’ultima ha ricevuto una Medaglia Nato) che per complesse operazioni effettuate in Italia (come “Alì Babà e i 40 ladroni”, che portò all’arresto di 19 persone e al sequestro di 19 veicoli rubati). Ma soprattutto l’archiviazione permette a Bona di non avere “macchie” nel proprio rapporto con Pietra Ligure, dove già nel 1984 era stato coinvolto in un conflitto a fuoco durante una rapina all’ospedale Santa Corona: i malviventi, pesantemente armati di mitra, riuscirono a disarmare e ferire lui e un collega, ma anche allora una seconda pistola non d’ordinanza, sfuggita ai banditi, gli permise di rispondere al fuoco uccidendo uno dei rapinatori e sventando il colpo.

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