Sconcertante

A Savona è guerra sul bitume, ma la gente comune cosa sa? fotogallery

In un sondaggio fatto al mercato, di circa 80 intervistati meno di una decina hanno saputo dire la loro opinione in merito

Savona. “Non ci riprenda, perché non sappiamo cosa dire“. E’ questa la risposta più frequente che abbiamo ricevuto dai cittadini savonesi, nel corso di un sondaggio sul tema del bitume effettuato lunedì mattina al mercato di piazza del Popolo.

Una risposta che lascia perplessi: da settimane ormai a Savona quello del deposito di bitume destinato a sorgere in porto è il tema chiave, con tribune politiche di ogni colore, ecomaratone, attacchi, appelli a Renzi, rimpalli di responsabilità, inchieste della procura, fiumi di comunicati stampa e un consiglio comunale monotematico (con tanto di sala gremita). Eppure, a quanto pare alla cosiddetta “gente comune” l’informazione non è arrivata. Oppure non gli importa.

Il nostro banco di prova è stato, come detto, il mercato del lunedì. Armati di telecamera abbiamo girato per circa 40 minuti tra i banchi, intervistando principalmente uomini e donne tra i 30 e i 60 anni escludendo i giovanissimi (che salvo rari casi ancora non si interessano alla vita politica e sociale della città) e le persone molto anziane. A tutti abbiamo posto la medesima domanda: “Dibattito sul bitume, lei che posizione ha?”. Anche al netto dei turisti, relativamente numerosi, la reazione dei savonesi sconcerta: ben pochi sono a conoscenza dell’argomento e hanno una opinione al riguardo. E anche chi ce l’ha, di solito premette di “non essersi informato bene”.

Chi ha le idee chiare è sempre contrario: non un solo savonese, tra i quasi 80 intervistati (qualcuno è visibile nel video in alto), si è schierato a favore del bitume. Chi rivela di aver firmato la petizione, chi annuncia la sua partecipazione alla manifestazione prevista lunedì sera, chi definisce mettere lì il deposito di bitume “una cosa pazzesca”: le voci che si levano sono tutte per il “no”.

La sensazione, però, è che ben pochi abbiano chiara la situazione nelle sue sfaccettature. Che si risponda “Non mi piace”, ma senza sapere perché o sulla base di pochissimi “sentito dire”. Si ha l’impressione che, come accade troppo spesso anche su argomenti di rilevanza nazionale o internazionale, a portare avanti il dibattito siano gli “addetti ai lavori” (in senso lato, quindi non solo amministratori ma anche attivisti, membri di partiti o di comitati) mentre il resto della popolazione riceve solo poche informazioni, confuse, di rimbalzo. Che interessano poco e vengono capite male: come nel caso di una coppia che si scaglia con furore contro il bitume, ma perché “si rovina un pezzo di spiaggia”.

Molto rumore per nulla, allora? Difficile dirlo. Difficile capire se quello del “savonese medio” è menefreghismo, analfabetismo funzionale o semplice superficialità. E’ come se esistessero due Savona: una di 1000 persone, che si battono “pro” o “contro” i grandi temi, e una di 59.000, parallela, fatta di altre cose, di temi “quotidiani”. Scarsità di parcheggi, magari un po’ di pulizia delle strade, e naturalmente le tasse eccessive. Per il resto va bene tutto, oppure non va bene niente: dipende dalle poche informazioni sentite di striscio.

Forse è colpa della “gente”, intesa come massa manipolabile. Forse è colpa dei tempi che cambiano, e abbiamo sbagliato “campione”: magari il mercato, almeno nei mesi estivi, non rappresenta più uno spaccato del tessuto savonese. O magari è colpa dei media: “Ecco, lei che fa il giornalista, mi spieghi un po’ cos’è sta storia del bitume…” ci chiede una donna tra i 30 e i 40 anni. Chissà, magari davvero non abbiamo saputo spiegarlo.

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