Richieste

Spese pazze in Regione, la procura chiede il rinvio a giudizio per 25: tra loro Miceli, Gasco e Melgrati

I reati ipotizzati sono quelli di peculato e falso

lega nord spese pazze

Genova. Sono 25 gli ex consiglieri regionali per i quali il sostituti procuratore Francesco Pinto ha chiesto il rinvio a giudizio nell’ambito dell’inchiesta sulle “spese pazze”.

I reati ipotizzati sono quelli di peculato e falso. Tra loro figurano anche alcuni esponenti dell’attuale amministrazione regionale, vale a dire l’assessore allo sviluppo economico Edoardo Rixi, Francesco Bruzzone, attuale presidente del consiglio regionale e il capogruppo di Fratelli d’Italia Matteo Rosso.

Questo l’elenco completo e il gruppo di appartenenza nel periodo di indagine, che va dal 2010 al 2012: Michele Boffa (Pd, ex vicepresidente del consiglio), Antonino Miceli (capogruppo Pd), Massimo Donzella (ex Udc) e del tesoriere del Pd Mario AmelottiMarco Melgrati, Luigi Morgillo, Matteo Rosso (allora Pdl), Francesco Bruzzone, Edoardo Rixi e Maurizio Torterolo per la Lega Nord, Gino Garibaldi, Franco Rocca e Alessio Saso allora Pdl e poi Ncd. Ancora: l’ex presidente del consiglio regionale Rosario Monteleone e Marco Limoncini per l’Udc, Ezio Chiesa (Liguria Viva) ed Armando Ezio Capurro entrati in consiglio con la lista del presidente Burlando, Aldo Siri, l’ex assessore di Sel Matteo Rossi e Alessandro Benzi, le ex consigliere di Forza Italia Raffaella della Bianca e Roberta Gasco, l’ex consigliere della federazione della sinistra Giacomo Conti, e gli ex Idv entrati in Diritti e libertà Marylin Fusco e Stefano Quaini solo relativamente al 2012 dopo la loro uscita dall’Idv e il loro ingresso rispettivamente nel gruppo Diritti e Libertà e nel gruppo Misto.

Un filone di indagine a parte, curato dal procuratore aggiunto Nicola Piacente, infatti, aveva riguardato tutto l’ex gruppo dell’Italia dei Valori in Regione. Maruska Piredda e Stefano Quaini, che hanno scelto il rito abbreviato, sono stati condannati in primo grado rispettivamente a 2 anni e 8 mesi e 2 anni e 4 mesi), mentre i loro colleghi Niccolò Scialfa, Marylin Fusco, Giovanni Paladini (ex deputato) e il tesoriere del gruppo Giorgio De Lucchi sono stati rinviati a giudizio e il processo è appena cominciato.

Tra gli indagati dal pm Pinto figuravano anche l’ex assessore Renzo Guccinelli e il consigliere di Forza Italia Marco Scajola (oggi assessore all’urbanistica), ma per loro il pm ha chiesto l’archiviazione vista l’entità e la tipologia delle spese inizialmente contestate. “Ho sempre avuto fiducia nel lavoro della magistratura. Cosciente del mio operare in modo corretto e onesto, ho voluto essere anche sentito dal pm per dissipare ogni dubbio. Apprendo con soddisfazione la notizia che lo stesso pubblico ministero abbia ritenuto di richiedere l’archiviazione del procedimento a mio carico” il commento di Scajola.

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