La replica

Bitume a Savona, Costantino: “Mai parlato di bitume solido”. E promette: “Fermeremo l’opera”

L'assessore garantisce: "Questa amministrazione è assolutamente contraria, il deposito non si farà"

deposito bitume

Savona. “Probabilmente gli assessori non avevano capito che si parlava di bitume liquido a 160 gradi, con tutti i rischi ambientali connessi: pensavano si parlasse di un deposito di bitume solido“. Lo ha sostenuto oggi Giampiero Aschiero, consigliere comunale di API, durante l’incontro con i cittadini per presentare la raccolta firme contro il deposito di bitume.

Aschiero ipotizza dunque un clamoroso errore di valutazione che sarebbe stato ammesso dall’assessore all’ambiente, Jorg Costantino, nel rispondere all’interrogazione scritta firmata da Milena Debenedetti, Daniela Pongiglione, Carlo Frumento e dallo stesso Aschiero. L’assessore, però, nega decisamente questa accusa: “Non ho mai detto nulla di simile. Quando è arrivata sul mio tavolo l’interrogazione, che era indirizzata al sindaco e a tutti gli assessori, ho chiesto agli uffici preposti di fare una verifica tecnica dell’evolversi della pratica dal punto di vista amministrativo. E il risultato di quella verifica è contenuto nella mia risposta scritta, che ho consegnato stamattina al convegno. Ma né in quella risposta, né a voce, ho mai sostenuto di aver frainteso la natura di quel deposito di bitume”.

Secondo Aschiero il motivo per cui il Comune non si era opposto al deposito era proprio il fatto che il bitume solido è chimicamente inerte. Se invece all’assessore era chiaro fin da subito che il bitume era fuso a 160 gradi, con tutti i rischi ambientali del caso, quale allora la motivazione per cui la pratica non è stata affrontata dagli uffici? “Il Comune non aveva su quell’opera poteri autorizzativi o prescrittivi se non in campo urbanistico – rivela Costantino – l’unica cosa che potevamo fare era valutarne la compatibilità con il piano regolatore, tanto è vero che lo abbiamo fatto e abbiamo espresso le nostre prescrizioni. Su tutti gli altri aspetti, l’impatto ambientale e quello sul traffico, le competenze erano di Provincia, Regione e Ministero dello Sviluppo Economico, che sono i destinatari della lettera inviata oggi dal sindaco Federico Berruti“.

Una lettera che esprime una presa di posizione precisa, ricorda l’assessore: “Questa amministrazione è fermamente contraria a quel progetto. L’istruttoria dei miei uffici ha verificato che l’excursus autorizzativi non è stato completato, manca l’intesa tra Regione e Ministero, e ‘noi abbiamo preso la palla al balzo’. La nostra volontà è quella di fermare il deposito, e sono sicuro al 100% che ce la faremo. Il Comune non vuole quel tipo di operazione in un’area così delicata: e credo che anche per l’Autorità Portuale sia deleteria, in un luogo dove hanno il Palacrociere e la Bandiera Blu”.

Ma se l’amministrazione è contraria all’opera, come è possibile che si sia arrivati a questo punto senza intervenire prima, ad esempio dopo la conferenza dei servizi che nel gennaio 2012 diede il via all’iter? “La domanda ci sta – ammette Costantino – innanzitutto non siamo andati a quell’incontro perché era molto tecnico e noi come detto non avevamo grosse competenze specifiche. La battaglia è iniziata ora perché è finita al centro del dibattito grazie ai media, ai cittadini e ai consiglieri che la osteggiano: di questo devo ringraziarli, anche dalle minoranze possono arrivare utili input. E comunque non eravamo impreparati: già da qualche mese stavamo lavorando sulla questione, cercando di capirne un po’ di più, tant’è vero che all’interpellanza abbiamo potuto rispondere in tempi celeri perchè avevamo già iniziato ad affrontare la cosa”.

Quale che sia la dinamica dell’accaduto, quello che conta è che, alla fine, tutte le parti in causa si sono ritrovate dalla stessa parte della barricata: da oggi sindaco, giunta, minoranza, partiti da destra a sinistra e cittadini sono uniti a fare fronte comune, per fermare quel deposito da oltre 38.000 metri cubi che tante polemiche ha generato.

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