Alassio. Ha fatto proseliti il sindaco di Alassio Enzo Canepa, che ieri ha emesso un’ordinanza che vieta “a persone prive di fissa dimora, provenienti da paesi dell’area africana, asiatica e sud americana, se non in possesso di regolare certificato sanitario attestante la negatività da malattie infettive e trasmissibili, di insediarsi anche occasionalmente nel territorio comunale”.
Spiega Canepa: “Questa disposizione, che serve a tutelare la sicurezza e la salute dei nostri cittadini e dei nostri turisti, è divenuta necessaria comerisposta alla situazione di emergenza e all’invasione incontrollata del territorio nazionale avvenuta nelle ultime settimane e negli ultimi mesi, ed è coerente con le misure che il Comune di Alassio ha finora adottato in materia”.
“Tornassi indietro lo rifarei. Anche se mi sta costando molto, viste tutte le polemiche che si sono scatenate a livello nazionale” aggiunge.
E ora anche altri Comuni del ponente savonese potrebbero seguire l’esempio alassino ed emettere ordinanze simili. Tra questi ci sono Casanova Lerrone, Zuccarello, Ortovero, Vendone e Garlenda (l’amministrazione di Erli deciderà in merito nel corso della riunione di giunta che si terrà domani mattina).
Informato del fatto che tanti suoi colleghi stanno per seguire il suo esempio, Canepa osserva: “Con questa ordinanza ho voluto dare un segnale al Governo. Noi sindaci dobbiamo gestire questa emergenza da soli, senza risorse e con tagli ai trasferimenti che si fanno sempre più pesanti. Non si tratta di razzismo: sono favorevole ad accogliere i profughi provenienti da paesi in cui si stanno verificando gravi situazioni umanitarie. Al contrario, io sono contro questo genere di accoglienza incontrollata“.
“E’ facile capire perché tanti altri paesi hanno deciso di chiudere le frontiere – spiega – I profughi che vengono qui spesso non vengono neanche registrati. Non si sa chi arriva sul nostro territorio. E spesso queste persone sono portatrici sane di gravi patologie sanitarie. Basti pensare ai casi di scabbia che si sono registrati a Ventimiglia”.
Il sindaco di Alassio, quindi, ha preso questa decisione per tutelare i suoi concittadini: “Ma non solo – aggiunge – Noi siamo un paese turistico e ora siamo in piena stagione. I nostri ospiti sono per lo più famiglie. Non abbiamo deciso di procedere in questo modo a caso, ma si tratta di una ‘strategia’ meditata, così come era motivato il rifiuto per l’accoglienza di otto immigrati comunicato alla prefettura”.
La speranza, insomma, è che questa ordinanza-simbolica possa far aprire gli occhi alle istituzioni: “Il governo regionale pare condividere le nostre preoccupazioni. Ora speriamo che il governatore Giovanni Toti e Sonia Viale (che si è già espressa più volte sulla questione) mettano presto a punto una strategia in merito. Bisogna far capire al Governo che i sindaci sono alla frutta. Ci hanno tolto i poteri, poi ci hanno tolto i soldi. Ordinanze come questa sono gli unici strumenti che abbiamo per continuare a fare il nostro lavoro per il bene dei cittadini”.
E per il sindaco alassino anche la critica di seguire le orme di Matteo Salvini, leader della Lega Nord: “Io penso che Salvini dica spesso cose
di buon senso, ma questo documento nasce da una mia posizione e da un confronto con la mia amministrazione. Ho ricevuto, oltre alle critiche anche molte attestazioni di vicinanza, da Bergamo e da Milano, per esempio. Ogni anno per noi e’ difficile, ma quello che si sta verificando quest’estate non era mai capitato prima” conclude.