Appello

Beffa di San Valentino, Cna Savona: “Basta incertezze, troppi danni causati a ristorazione e turismo”

"Ennesima prova di debolezza e di incoscienza del governo, serve un esecutivo che riporti un clima di fiducia"

Ristoranti vuoti in pausa pranzo: colpa dello smart working

Savona.  Un esecutivo che traghetti l’Italia al più presto fuori dalle incertezze, dai tentennamenti e dalla paura di assumersi decisioni che riportino verso un clima generale di fiducia e non di mera speranza. È questa l’appello al nuovo governo Draghi del Cna Savona, che si scaglia dalla parte del mondo delle piccole e micro imprese dopo quella che definisce “la beffa di San Valentino”. 

“Le attività economiche della ristorazione e del turismo sono soggette agli ‘oroscopi’ del ministro Speranza e del Comitato Tecnico Scientifico – afferma il presidente Paola Freccero – Continuano a fare ingenti danni le intempestive decisioni e i cambi di rotta a cui è difficile abituarsi per coloro che, essendo imprenditori, devono organizzare tra innumerevoli difficoltà, il lavoro proprio e dei propri collaboratori al fine di dare un servizio che possa contemperare le esigenze dei clienti e quella della salute. Interessi che non sono in conflitto tra di loro ma al contrario muovono verso lo stesso obiettivo di offrire servizi in condizioni di sicurezza”.

“CNA – continua – ha sempre operato in tal senso fornendo, con congruo anticipo, i protocolli di sicurezza per ciascun settore produttivo all’interno dei quali sono contenute informazioni che si sono rivelate indispensabili alla ripresa delle attività economiche dalla fine del periodo di lockdown. L’oggi che è diventato incerto anche per chi cerca di camminare accanto alle imprese”.

E sulla decisione di comunicare la chiusura dei ristoranti, a causa della zona arancione, appena 48 ore prima di San Valentino: “Suona come l’ennesima prova di debolezza e di incoscienza contro cui, ciò che resta del ‘vecchio’ esecutivo, cercherà poi di ovviare in minima parte con un nuovo decreto ristori che fa contenti ben pochi fra gli operatori danneggiati, creando un assistenzialismo che nasconde un’evidente incapacità di programmare, di prevedere e di informare per tempo coloro che ancora si illudono, dopo aver fatto tutto quello che è stato prescritto, di poter lavorare.”.

Una scelta che ha causato numerose proteste e conseguenze economiche: “Inutile ancora una volta parlare dei danni all’indotto rispetto le attività chiuse che hanno dovuto rinunciare a ordini già in lavorazione o in pronta consegna, a reintegrare personale da tempo fluttuante tra gli ammortizzatori sociali e i miraggi di una ripresa della propria attività lavorativa. Non da ultimo lo spettro di licenziamenti al momento congelati in attesa di una ripresa derivante dall’adozione di misure neanche ancora ventilate” .

“Le azioni operate finora offrono il fianco alle strampalate teorie complottiste di coloro che pensano che, dietro tutto questo, possa essere nascosta una politica di accentramento dell’economia derivante dalla moria delle piccole partite iva  – conclude Freccero – Il mondo delle piccole e micro imprese auspicherebbe di trovare nel governo del Paese un compagno di viaggio e oggi fa sentire forte la sua voce affinché la consapevolezza di chi ha operato ad alti livelli a favore di un’economia forte, possa evitare le incertezze e i tentennamenti e riportare un clima generale di fiducia”.

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