Vado ligure

E’ ai domiciliari: il gip lo autorizza ad andare a lavorare, ma dal Comune lo rimandano a casa

L'uomo ha un contratto di borsa lavoro con l'amministrazione vadese, il suo legale ha scritto all'ente (senza ottenere risposta) perché lui possa continuare l'attività lavorativa

tribunale savona

Vado Ligure. Ad inizio ottobre è stato arrestato per aver tentato di rapinare un ristorante cinese a Vado Ligure. Una vicenda per la quale un quarantaquattrenne, M.P., è finito agli arresti domiciliari su decisione del gip del tribunale di Savona Francesco Meloni che però lo ha autorizzato ad uscire di casa per svolgere la sua attività lavorativa specificando che, nel suo caso, “è altamente opportuno non venga persa”.

L’uomo, infatti, potendone per legge usufruire, dal gennaio 2017 ha un contratto di borsa lavoro (un tipo di accordo finalizzato proprio all’inclusione sociale, all’autonomia della persona e alla riabilitazione) con il Comune di Vado Ligure tramite la cooperativa sociale “Solida”. Nonostante l’autorizzazione del giudice e il fatto che si sia regolarmente presentato sul posto di lavoro, dallo scorso 22 ottobre il quarantaquattrenne non è più riuscito a svolgere la sua attività.

A confermarlo è il suo difensore, l’avvocato Antonio Falchero, che ha chiesto spiegazioni in Comune (di persona, ma anche con una Pec inviata lo scorso 30 ottobre all’amministrazione comunale, ma in copia anche ai servizi sociali, alla cooperativa e ai carabinieri) senza ottenere risposta: “Il mio assistito mi ha riferito che, puntualmente, personale della Vostra Amministrazione non gli permette di svolgere le mansioni affidategli, senza addurre motivazioni specifiche e senza individuare un responsabile con cui relazionarsi”.

Una situazione che, secondo l’avvocato di M.P., non ha nessuna spiegazione visto che esiste un’autorizzazione del giudice a proseguire l’attività lavorativa e che, proprio il contratto di borsa lavoro, dovrebbe avere la funzione di garantire una occupazione dignitosa a persone disagiate.

“Il Comune, gli assistenti sociali e la cooperativa hanno il dovere istituzionale di garantire e preservare il lavoro dei soggetti deboli. C’è un’autorizzazione scritta del giudice che lo autorizza a continuare a svolgere le sue mansioni reputandolo un soggetto meritevole. Per questo il mio assistito vorrebbe poter continuare a prestare la sua attività lavorativa, come prevede il suo contratto” conclude l’avvocato Falchero.

Il sindaco di Vado Monica Giuliano, contattata sulla questione, ha precisato: “Non sono a conoscenza di questa problematica, ma lunedì contatterò sicuramente la responsabile dei servizi sociali per fare le dovute verifiche sul caso e capire come risolvere eventuali problematiche”.

Vuoi leggere IVG.it senza pubblicità?
Diventa un nostro sostenitore!



Sostienici!


Oppure disabilita l'Adblock per continuare a leggere le nostre notizie.