Savona

Le associazioni antifasciste scrivono ai parlamentari savonesi: “Serve una presa di posizione contro il fascismo”

“Auspichiamo vengano ripristinate le prerogative Costituzionali in merito al corteo antifascista del 27 ottobre”

Savona corteo antifascista

Savona. Aned, Anpi, Arci, Cgil, Isrec di Savona scrivono ai parlamentari savonesi per chiedere “una presa di posizione chiara a sostegno dell’antifascismo contro il fascismo, per affermare che, se qualcuno rappresenta una minaccia per l’ordine pubblico, questo non è chi difende la memoria e i valori della Resistenza, ma chi esalta e vorrebbe riproporre una politica autoritaria, violenta e razzista”.

Con la missiva, inviata rispettivamente a Sergio Battelli, Sara Foscolo, Matteo Mantero, Paolo Ripamonti, Simone Valente e Franco Vazio, le associazioni antifasciste hanno auspicato “un intervento dei parlamentari affinché siano ripristinate le prerogative Costituzionali in merito al corteo antifascista del 27 ottobre”.

E sono stati gli stessi gruppi e associazioni a ripercorrere e raccontare passo dopo passo gli eventi che hanno inasprito il clima politico all’ombra della Torretta: dalle polemiche sulla marcia antifascista a quelle sulla manifestazione “in camicia nera”, senza dimenticare lo spiacevole episodio della distruzione della lapide del Forte della Madonna degli Angeli e l’inaugurazione della lapide che onorava le ‘Camicie nere’.

“Anche a Savona, Città Medaglia d’Oro al Valor Militare per la Resistenza, – hanno affermato, – sono in atto da tempo episodi di recrudescenza del fascismo e tentativi di screditare la memoria partigiana e antifascista: tra i più gravi e recenti, l’apertura di una sede di Casa Pound; l’attivismo violento e volgare sul web di soggetti neofascisti; la distruzione della lapide del Forte della Madonna degli Angeli, posta a ricordo del primo eccidio fascista della città; l’inaugurazione di una lapide che onorava le ‘Camicie nere’, che l’amministrazione comunale ha prontamente sconfessato e ordinato di rimuovere, ma che ha suscitato da più parti dichiarazioni e minacce filofasciste, culminate nella manifestazione ‘in camicia nera’ annunciata da Forza Nuova per il 27 ottobre”.

“Nella stessa data è stata fissata da tempo una manifestazione antifascista, per condannare tali episodi (in particolare la distruzione della lapide) e affermare la memoria e i valori della Resistenza: è l’ultima di una serie di manifestazioni che, nello scorso anno, in risposta ad un clima politico e sociale sempre più avvelenato da forme, vecchie e nuove, di fascismo e di razzismo, si sono intensificate, senza che mai turbassero l’ordine pubblico, anzi con la partecipazione ampia e pacifica di un insieme variegato di cittadini e famiglie, di associazioni politiche, culturali e sindacali e di partiti, con la collaborazione di realtà anche molto distanti tra loro ma che comunque si riconoscono tutte nei valori dell’antifascismo”.

“Prefettura e Questura hanno chiesto che il corteo modifichi il suo percorso, lo stesso tradizionalmente seguito durante i cortei delle Feste della Liberazione e del Lavoro, per evitare il passaggio davanti alla sede di Casa Pound; ppure questa manifestazione non è finalizzata a protestare contro la presenza di tale sede né si sono mai verificati, nelle precedenti manifestazioni a ciò dedicate, episodi di violenza; ppure tra gli organizzatori del corteo ci sono associazioni di provata affidabilità sul piano dell’ordine pubblico, come Anpi, Arci e Cgil, per citare solo quelle che hanno un’organizzazione più strutturata; ppure la recente manifestazione, affollata e tranquilla, del 13 ottobre, in cui la lapide del Forte della Madonna degli Angeli, dopo la riparazione, è stata ricollocata al suo posto, ha dimostrato ancora una volta la civiltà del mondo antifascista savonese”.

“Chiediamo che le istituzioni rispondano alla grave situazione attuale senza mettere sullo stesso piano fascisti e antifascisti: antifascismo e fascismo non sono due ideologie contrapposte ed equivalenti sul piano politico e morale, ma sono, rispettivamente, il fondamento della convivenza civile (anche di visioni politiche diverse tra loro ma rispettose le une delle altre) e la sua negazione”, hanno concluso.

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