L'intervista

“Una storia nata per caso”: il regista Ricardo Preve racconta come ha ritrovato Carlo Acefalo, sepolto da 77 anni in Sudan fotogallery video

Si tratta di un marinaio del sommergibile Macallè naufragato nel mar Rosso durante la seconda guerra mondiale: la salma tornerà in Italia passando da Savona

Savona. Un regista italo-argentino, un sommergibile italiano naufragato nella seconda guerra mondiale, un marinaio sepolto e “dimenticato” per più di 70 anni in un’isola del Sudan e l’idea di riportarlo a casa. Si potrebbero sintetizzare così gli elementi che compongono l’emozionante storia del ritrovamento di Carlo Acefalo, originario di Castiglione Falletto (in provincia di Cuneo) ma arruolato nel porto di Savona, morto durante il secondo conflitto mondiale e, fino ad un anno fa, rimasto a riposare nel Mar Rosso.

Questa affascinante storia, grazie all’incredibile lavoro del regista Ricardo Preve, socio dell’Associazione Nazionale Marinai d’Italia di Savona, ora è diventata un film che è stato terminato nei giorni scorsi, proprio mentre si sta lavorando per far rientrare la salma di Carlo Acefalo in Italia passando anche da Savona.

A raccontare come tutto è iniziato è proprio il regista del film, ma sopratutto la persona grazie alla quale è nata la “missione” per riportare il marinaio a casa sua, in Italia. “Come molte altre storie è cominciata per caso: spesso la gente pensa che noi avessimo un piano, ma non è stato così. Io era a fare le riprese di ‘Pescecani’, un documentario, perché lavoro molto come videomaker e fotografo sub” racconta Ricardo Preve che spiega: “Per questo mi trovavo sull’isola di Barra Mousa Khebir in Sudan e, proprio il giorno della partenza, una delle guide mi raccontò che su quell’isola era morto un marinaio italiano seppellito in seguito al naufragio del suo sommergibile. E io sono rimasto veramente con la voglia di saperne di più: lì è cominciata la storia”.

“Sono poi andato all’ufficio storico della Marina a Roma e ho cominciato a studiare questa vicenda. Ho scoperto che essendo il Macallè uno dei primissimi sommergibili italiani affondati nella seconda guerra mondiale c’era ancora tempo di fare una commissione d’inchiesta speciale ed una ricerca di cosa fosse successo all’equipaggio e mi sono reso conto che questa era una storia su cui fare un film” rivela Ricardo.

Il marinaio Carlo Acefalo torna a casa dopo 77 anni

E così è stato: “Questo film ora esiste. L’abbiamo finito la settimana scorsa e l’abbiamo iscritto a dei festival e stiamo cercando un distributore per uscire nei cinema in Italia ed in Argentina, ma anche in altri paesi. So che qui in Italia, ma anche in Argentina, la gente è molto fissata nel distinguere tra documentario e fiction, ma credo che ormai queste differenze così precise siano obsolete. Certamente nel nostro caso abbiamo una parte documentaristica dove intervistiamo i parenti di Carlo Acefalo, un socio dell’Anmi Savona, Maurizio Brescia, che è stato il nostro consulente storico, ma c’è anche una parte di racconto: abbiamo costruito una copia del sommergibile Macallè in scala 1 a 1 in uno studio ed abbiamo anche filmato le ricostruzioni storiche dell’affondamento in una spiaggia in Argentina”.

Un lavoro incredibile che ha permesso di raggiungere un traguardo sognato, ma forse insperato: “Grazie alla collaborazione di tantissimi italiani, tra i quali l’associazione nazionale marinai d’Italia Gruppo Vanni Folco di Savona e del loro presidente Luca Ghersi, e molta fortuna, determinazione, malgrado tantissimi ostacoli e tanta gente che diceva che avremmo fallito nella nostra impresa, ci siamo riusciti: abbiamo ritrovato Carlo e abbiamo consegnato la salma prima alle autorità sudanesi, nell’ottobre 2017, e poi ad aprile scorso all’ambasciatore italiano in Sudan, l’onorevole Fabrizio Lobasso. Al momento, quindi, il corpo è già legalmente in territorio italiano e sono in corso le operazioni di rientro definitivo”.

Un ritorno a casa che coinvolgerà anche la città della Torretta: “Il rimpatrio passerà da Savona e di questo ringraziamo moltissimo il sindaco Ilaria Caprioglio che ha gestito la delibera comunale chiedendo che il corpo passi di qui. Un’iniziativa che farà piacere a tutti i marinai savonesi e sarà un grande piacere riabbracciare qui un marinaio che partì 78 anni fa dall’Italia, pensando probabilmente di tornare” spiega Ricardo Preve che conclude: “Ci riempie di orgoglio averlo riportato a casa“.

Da subito, a sostenere il regista italo argentino nella sua missione ci sono stati i marinai savonesi “capitanati” da Luca Ghersi che spiega: “Esiste un legame tra Carlo Acefalo e Savona? Sì, perché Carlo era un marinaio nato in Piemonte e il suo compartimento di iscrizione era quello marittimo di Savona. Lui è stato a tutti gli effetti inquadrato ed arruolato qui a Savona e poi certamente ha proseguito il suo arruolamento a Spezia dove è stato poi imbarcato. Per questo per noi è sembrato naturale quando Ricardo ha proposto questa operazione pensare che un marinaio iscritto al compartimento marittimo di Savona dovesse tornare qui via mare. Lui è stato 78 anni dimenticato nel Mar Rosso ed è giusto che prima di tornare al suo paese nativo passi di qui. Tutto è iniziato a Savona e quindi è giusto che il suo viaggio per tonare a casa passi anche dalla nostra città”.

L’iter per far passare la salma di Carlo Acefalo da Savona è già stato avviato da tempo: “Abbiamo preso tutti i contatti con la Marina e speriamo che il nostro sogno si avveri. L’idea – prosegue il presidente dell’anni di Savona – è di farlo arrivare a Savona con un mezzo navale e poi fare un corteo funebre fino in piazza Mameli dove c’è il monumento ai caduti più importante d’Italia e poi da lì un carro funebre militare lo porterà a Castiglione Falletto che è il paese dove riposerà e dove i suoi discendenti e gli abitanti lo stanno aspettando”.

“Carlo è uno dei pochi marinai che non è negli abissi del mare: solitamente quando un marinaio va a fondo con la sua unità riposa per sempre in una sorta di sacrario negli oceani. Questo era un caso anomalo: Carlo era stato sepolto frettolosamente sull’isola dai suoi compagni e lì è rimasto finché Ricardo non ha avuto l’intuizione e la geniale idea di recuperarlo e riportarlo a casa” osserva Ghersi.

Ormai manca solo la data: “Sappiamo che la salma tornerà dal Sudan in Italia entro il mese di settembre e poi presumo che a quel punto si potrà gestire con la Marina, il Comune e tutti le autorità coinvolte l’iter per organizzare tutto” conclude Ghersi.

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