L'angolo dei curiosi

Quello che gli studenti non dicono

"L'Angolo dei Curiosi" è la rubrica per chi è desideroso di vedere, ascoltare, conoscere: ogni giovedì con Daria Croce e Giulia Grenno

  Angolo Curiosi 20 settembre 2018

“L’Angolo dei Curiosi” è la rubrica di IVG a cura di Daria Croce e Giulia Grenno per chi è desideroso di vedere, ascoltare, conoscere, ritrovarsi o dissentire.
A Daria e Giulia piacciono il profumo dei libri, il rumore della puntina che tocca il vinile, il buio in sala quando sta per iniziare un film, l’odore delle cartolerie, il ticchettio della macchina da scrivere, i ritratti in bianco e nero, le prospettive diverse, fermarsi col naso all’insù.
Se ti piace almeno una di queste cose, prenditi una pausa insieme a noi.

La scuola è ricominciata. Inevitabile ripensare ai nostri primi giorni.

Con la mente vado sempre al liceo, più che alle medie o alle elementari. Il profumo del diario nuovo (che raddoppiava in spessore entro la fine dell’anno), l’euforia del ritrovarsi, il malcelato scontento nel rivedere i professori meno amati, una ben disposta curiosità verso quelli che ci piacevano di più, la corsa al banco da occupare (che col passare degli anni era sempre più quello in fondo all’aula – no?! allora eravate proprio dei bravi ragazzi), la certezza che i primi giorni sarebbero stati tranquilli, il suono della campanella, l’intervallo a raccontarsi l’estate e così via.

Il primo giorno di scuola indossavo sempre qualcosa da rocker o da fricchettona, con un atteggiamento post-adolescenziale che a ripensarci oggi mi fa quasi tenerezza (il principio, più o meno inconscio, era trasmettere forte e chiaro il messaggio “non mi avrete mai come mi volete voi”, tentando di superare il disappunto della mamma con un bacio).

La scuola è importante, inutile girarci tanto intorno. Dovremmo capirlo da ragazzi e, ancor più, non dovrebbero mai dimenticarlo i professori.

Mestiere difficile, quello. I migliori non te li dimenticherai mai, però. Ti instillano qualcosa dentro che non se ne va più e che non ha a che fare solo con l’istruzione.

I migliori, poi, li riconosci subito. Per dirne una, nella mia classe, alla maturità, avevamo portato quasi tutti inglese come prima materia. La prof di inglese era una forza: severa come insegnante, umana nei rapporti con gli studenti e con una passione per la materia che non poteva lasciarti indifferente.

Ti sapeva incuriosire, riusciva a farti piacere perfino quel mattone di Coleridge (perdonami Samuel Taylor. Tu e il tuo albatross). E, soprattutto, ti leggeva dentro. Capiva se avevi un problema e sapeva sempre come trattare la faccenda.

Nell’ultima rubrica della Compagnia dei Lettori – il venerdì, su questo giornale – mi ha colpito molto una citazione di Rebecca West: “Non che Mary e io non amassimo la scuola, ma sapevamo che era il contrario del mondo esterno. Era l’errore più grande degli adulti, poiché immaginavano di preparare i bambini alla vita chiudendoli in un luogo dove tutto avveniva in maniera differente rispetto a qualsiasi altro luogo”.

Così ho ripensato molto a quel mondo, al modo in cui viene vissuto e all’importanza dei professori. In un mondo ideale, dovrebbero essere tutti come gli insegnanti di “Saranno Famosi” (se siete troppo giovani per ricordare la serie degli anni Ottanta, correte ai ripari subito).

Altrimenti il rischio è di finire come la professoressa di arte di Valentino Rossi, che un giorno gli chiese: “Ma tu pensi che ad andare in giro, a fare lo stupido con le moto, un giorno ti pagherai da vivere?”.

“L’Angolo dei Curiosi” è la rubrica per chi è desideroso di vedere, ascoltare, conoscere, ritrovarsi o dissentire, ogni giovedì a cura di Daria Croce e Giulia Grenno: clicca qui per leggere tutti gli articoli

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