L'opinione

Crollo Ponte Morandi, Pasa (Cgil): “Per ora tante parole e poche garanzie. Anche il ponente deve farsi sentire”

"Non è solo un problema del capoluogo, ma di tutta la Regione: il ponente rischia di essere isolato per diversi anni dal resto del Paese, con effetti drammatici"

Le immagini dei detriti di ponte Morandi repertate dai consulenti
Foto d'archivio

Liguria. “Mentre il governo litiga sulle coperture e sui contenuti del decreto Genova il capoluogo e il Ponente Ligure continuano a soffrire le drammatiche conseguenze del crollo del Ponte Morandi. Tante parole si sono fatte, da destra a sinistra, dal Governo alle opposizioni, ma poche per ora sono le garanzie che il territorio ha ricevuto. Anzi si continua a discutere su quali opere ‘sospendere’. Fra le tante bozza del decreto Genova sembrerebbero scomparsi i 790 milioni per il 6° lotto, sempre del Terzo Valico. A questo punto il rischio che si interrompa la seconda grande opera necessaria a fare in modo che Piemonte, Lombardia e Liguria diventino una delle grandi piattaforme logistiche d’Europa, é sempre più vicino”. Lo scrive Andrea Pasa, segretario provinciale di Cgil.

“Governo che nei fatti e non a parole non prevede alcuna posta di bilancio su innovazione e manutenzione delle infrastrutture – denuncia Pasa – Si continua ad assistere ad una discussione mediatica tra i partiti di Governo surreale, mentre migliaia di cittadini giornalmente hanno a che fare con code chilometriche e l’economia di una intera Regione ne sta e ne pagherà pesantemente le conseguenze. Troppo timide sono state fino ad oggi le dichiarazioni del Ponente Ligure. Non è solo un problema del capoluogo, ma di tutta la Regione e più in generale del nord ovest del Paese. Il Ponente Ligure già fortemente colpito da oltre 10 anni di crisi rischia seriamente di essere isolato per diversi anni dal resto della Regione e dal resto del Paese, causando effetti drammatici a settori strategico dell’economia che se non “governati” provocherà no problemi enormi anche al numero di occupati: turismo, logistica, trasporti e commercio in primis”.

“Sono già enormi le difficoltà per i trasporti di beni e merci oltre 100 km in più via autostrada – prosegue Pasa – con ripercussioni pesanti sulle forniture dalle aziende della provincia di Savona a quelle di Genova e Levante, per la piccola e grande distribuzione e sulle spedizioni dal porto genovese, senza considerare l’aumento del traffico in uscita a Sestri, rimasto unico sbocco dell’intero Ponente. Tutto ciò non può essere solo circoscritto a Genova, é necessario invece, intervenire immediatamente per progettare una nuova mobilità Regionale delle merci e dei passeggeri che preveda un potenziamento delle infrastrutture esistenti, soprattutto ferroviarie, ed investire per costruirne di nuove. Insomma il contrario di quello che il Governo, ha in testa di fare. Forse”.

“La nostra Provincia non deve rimanere indietro – è l’appello del sindacalista – abbiamo lavorato tanto negli ultimi anni per trovare strumenti per il possibile rilancio del territorio, con il riconoscimento dell’area di crisi industriale complessa e il successivo accordo di programma che garantisce oltre 40 milioni di euro di finanziamenti pubblici, ora è necessario che si acceleri questo percorso, e non rallenti, con l’obbiettivo di cantiere entro il prossimo anno i primi investimenti le nuove attività produttive e quindi i primi nuovi occupati. Ad inizio della prossima settimana termina il periodo di presentazione delle domande per i bandi Nazionali (circa 20 ml di euro), entro fine anno anche la Regione dovrà mettere a disposizione (circa 20 ml euro) i bandi per finanziare investimenti sotto il 1,5 ml di euro”.

“Il sindacato confederale come sempre farà la sua parte, come dimostrato in questo difficile percorso – conclude Pasa – è necessario però uno scatto da parte delle istituzioni locali, Regione in testa”.

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