Gli interrogatori

Incendi dolosi alla Oil di Varazze: il “mediatore” confessa davanti al gip, il benzinaio “rivale” fa scena muta fotogallery

Secondo i carabinieri il mandante degli incendi voleva danneggiare il concorrente che aveva un giro d'affari migliore del suo

Savona. Sono state interrogate questa mattina dal gip Fiorenza Giorgi le due persone, Stefano Romagnoli, classe ‘67, e Sakho Khadim, senegalese del ’75, arrestate per la vicenda degli incendi dolosi a danno del distributore Oil Italia di via Torino a Varazze che, secondo quanto accertato dai carabinieri, sono da inserire nell’ambito di una storia di concorrenza commerciale.

In particolare sarebbe stato Romagnoli, gestore della pompa di benzina dell’Agip che si trova poco più avanti di quella presa di mira dagli incendi, a chiedere a Khadim di fare da mediatore per trovare una persona disposta ad appiccare un rogo per distruggere l’attività del “rivale” in affari. Ed in effetti proprio un terzo senegalese, che è stato denunciato a piede libero, per tre volte ha incendiato il gabbiotto (adibito ad ufficio) del distributore Oil Italia. Una ricostruzione che, questa mattina, sarebbe stata confermata da Sakho Khadim, assistito dall’avvocato Simona Poggi, che durante l’interrogatorio di garanzia ha scelto di rispondere alle domande del giudice e, di fatto, ha confessato ammettendo tutte le contestazioni. L’uomo avrebbe anche precisato di aver accettato di fare da mediatore con il suo connazionale, un quarantunenne, in cambio della promessa di ottenere un posto di lavoro da Romagnoli (il piromane avrebbe invece dovuto ottenere una somma di denaro).

Quello che invece è accusato di essere il mandante dei raid incendiari, Romagnoli (difeso dall’avvocato Fausto Mazzitelli oggi sostituito dal collega Marco Fazio), ha fatto invece scena muta davanti al gip avvalendosi della facoltà di non rispondere. Per entrambi gli arrestati (che al momento sono in carcere) i legali hanno depositato un’istanza di domiciliari sulla quale il gip Giorgi, per ora, si è riservato in attesa di conoscere il parere del pubblico ministero.

L’indagine che ha portato all’emissione delle due ordinanze cautelari è partita nel gennaio scorso, dopo che al distributore Oil di Varazze si era verificato un primo e misterioso incendio doloso. Raid che si è ripetuto anche a febbraio ed a marzo quando però, grazie ad una telecamera nascosta, i carabinieri del nucleo operativo radiomobile, insieme ai colleghi della stazione di Varazze, sono riusciti ad identificare l’autore materiale, ma sopratutto il mandante degli incendi.

I primi due roghi avevano interessato la parte esterna del gabbiotto dell’esercizio, mentre il terzo aveva rischiato di fare danni ingenti, sia per la presenza di case vicino al distributore sia per il fatto che i serbatoi erano pieni di benzina, un grosso pericolo per gli abitanti della zona.

Nel video che ha incastrato il piromane si vede una persona di colore che intorno alle 3 di notte fa un primo sopralluogo per poi tornare al distributore con una tanica e un martelletto, con il quale rompe il vetro del gabbiotto, getta la benzina e poi appicca le fiamme.

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