Lettera al direttore

Parere

Voucher nel turismo: un esercito di sfruttati

voucher

Il Governo 5 stelle e Lega pare prossimo alla reintroduzione dei vecchi voucher abrogati per decreto prima del referendum abrogativo promosso dalla Cgil. Il Ministro del lavoro Luigi Di Maio dopo un iniziale contrarietà pare aver ceduto alle pressioni incalzanti del partner di maggioranza e di alcune forze dell’opposizione che stanno perorando la causa di associazioni di imprese a caccia di facili risparmi sul costo del lavoro.

Secondo la FILCAMS CGIL DI SAVONA “Di Maio non sa o fa finta di non sapere che il massimo dell’abuso dei vecchi voucher si è registrato proprio nei nostri settori dove i “buoni lavoro” servivano per istituzionalizzare il lavoro nero o in alcuni casi per garantire le aperture notturne nelle grandi catene della distribuzione, creando veri e propri eserciti di sfruttati.

Alcuni grandi operatori della ristorazione commerciale hanno utilizzato solo lavoratori a voucher quando si trattava di aprire nuovi punti di vendita. Bar e Ristoranti utilizzavano i voucher in sostituzione di contratti veri, solo per risparmiare.

L’applicazione dei voucher prevede per il lavoratore una paga di 7,5 euro l’ora con la perdita di ogni diritto quale malattia, ferie, permessi e tfr, e costringe il lavoratore ogni giorno ad essere legato alla discrezionalità, che può diventare ricatto da parte del datore di lavoro.

Se vogliamo fare un breve riassunto per i lavoratori impiegati 6 mesi all’anno con un contratto full time ciò equivale a circa:
1 euro di retribuzione ogni ora (7,5 euro voucher -8.51 ccnl turismo 5 livello);
2250 euro circa tra 13°, 14° mensilità e aliquote di tfr;
600 euro tra ferie e permessi;
2500 euro circa di Naspi;

Per un totale di circa 5000 euro e 9 mesi di contributi (6 da lavoro dipendente e 3 di contribuzione figurativa derivante dalla Naspi.

Il Turismo poi è un settore che incide per il 12% sul PIL Nazionale: meriterebbe ben altre attenzioni da parte del Governo che invece risponde al grido di dolore delle associazioni di imprese che anche quest’estate stanno registrando incassi record.

Il decreto dignità ha sempre meno aspetti dignitosi. Converrebbe come prima cosa cambiargli nome”.

FILCAMS CGIL DI SAVONA

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