Gang

Rapine su bus e treni in Riviera, i due arrestati si difendono dal gip

Nei guai sono finiti due cittadini marocchini

Ceriale. Sono stati interrogati questa mattina Soufiane Maait e Abid Ayoub, i due marocchini arrestati nei giorni scorsi in esecuzione di un’ordinanza di custodia cautelare in carcere con l’accusa di rapina. I due stranieri, infatti, devono rispondere di aver commesso, insieme al connazionale Mouad Moughi che era già stato arrestato, due rapine a danno dei passeggeri di un treno e di un autobus di linea.

Davanti al gip Francesco Meloni entrambi hanno dato la loro versione dei fatti respingendo le accuse mosse dai carabinieri della stazione di Ceriale al termine di un’articolata attività d’indagine.

Secondo quanto accertato dagli uomini dell’Arma la prima rapina ad opera del trio era avvenuta a marzo a bordo di un treno che percorreva la tratta Genova-Ventimiglia sul quale avevano aggredito un ragazzo di 25 anni di Vado Ligure rubandogli borsa e giaccone. Da lí erano partite le indagini dei carabinieri di Ceriale che, attraverso le immagini di videosorveglianza, erano riusciti a risalire all’identità dei tre marocchini. In particolare Mouad Moughi era stato riconosciuto attraverso un cappellino rosso, che indossava al momento della rapina.

Il secondo colpo invece era avvenuto su un autobus, lungo la tratta Alassio-Finale, dove era stato preso di mira un minorenne di Loano, picchiato e derubato di una collanina d’oro.

Dopo aver identificato con certezza i responsabili, lo scorso 8 maggio era scattato il blitz dei carabinieri che, all’interno dell’ex colonia Veronesi, hanno avevano trovato e arrestato Mouad Moughi (trovato anche in possesso di alcune cover per cellulare, rubate ad un giostraio di Ceriale).

Poi era iniziata la caccia ai due complici che erano poi stati arrestati su ordinanza di custodia cautelare in carcere firmata dal pm Cristiana Buttiglione. Il primo Maait Soufiane, senza fissa dimora, era stato pizzicato a Villanova d’Albenga, mentre Abid Ayoub a Ceriale, dove vive con la famiglia.

Al momento le indagini dei carabinieri non si fermano: gli inquirenti vogliono capire se altri tre o quattro episodi simili possano essere riconducibili alla gang, che ha sempre operato con lo stesso modus operandi: aggredendo le vittime e derubandole.

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