Per un pensiero altro

La nascita del tempo

Per un Pensiero "Altro" è la rubrica filosofica di IVG: ogni mercoledì, partendo da frasi e citazioni, tracce per "itinerari alternativi"

Per un Pensiero Altro

Perchè non provare a consentirsi un “altro” punto di vista?
Senza nessuna pretesa di sistematicità, ma con la massima onestà intellettuale, il curatore, che da sempre ricerca la libertà di pensiero, ogni settimana propone al lettore, partendo da frasi di autori e filosofi, “tracce per itinerari alternativi”. Per quanto sia possibile a chiunque, in quanto figlio del proprio pensiero.

«Principio degli esseri è l’indeterminato da dove infatti gli esseri hanno l’origine, lì hanno anche la distruzione secondo necessità, poiché essi pagano l’uno all’altro la pena e l’espiazione dell’ingiustizia secondo l’ordine del tempo». Il sommo Anassimandro, agli albori della filosofia occidentale, con questo icastico epigramma chiarisce come l’uomo si sia intromesso nell’eterno generando, colpevolmente, il proprio inizio e determinando la necessità della propria fine.

Insomma, il tempo nasce come passato, presente e futuro grazie o per colpa dell’uomo. Ma poniamoci qualche interrogativo. Il passato esite? Se esistesse sarebbe ora e se fosse ora sarebbe presente, ma è passato, non c’è più, certo, possiamo verificarne gli effetti ma, in quanto tali sono presente e non possono essere la causa che è il passato, possiamo avere solo ricordo di ciò che è stato, oltretutto attraverso la mediazione di quella magica mistificatrice che è la memoria, non certo la mente che non erra come la chiamava l’amico Alighieri. Credo, infine, si possa asserire senza ulteriori precisazioni che il passato non esiste.

E col futuro come la mettiamo? La questione è, se possibile, ancora più semplice: se esistesse sarebbe presente, ma non è ancora, certo, possiamo tentare di determinarlo con le nostre azioni generandovi conseguenze ma, a maggior ragione, confermeremmo che, essendo qualcosa che ancora può essere modificato da innumerevoli variabili, non è possibile dire ciò che sia o, più correttamente, sarà. È pur vero che lo progettiamo, lo immaginiamo, ci fantastichiamo sopra, ma non possiamo viverlo ora se non rendendolo presente ribadendo, al contempo, che in quanto futuro non può essere. Bene, non crede ora l’arguto lettore che sia corretto definire l’unico tempo reale il tempo presente? Ebbene, il presente è quell’infinitesimo di istante che distingue (o unisce) passato e futuro per cui non esistendo nessuno dei due possiamo concludere che il presente è quel qualcosa che distingue ciò che non esiste più da ciò che non esiste ancora. Forse un po’ poco per metterlo al centro di un progetto di vita, eppure, se non avessimo memoria del passato nè ci pensassimo in un domani non sapremmo chi siamo. Il tempo c’era prima di noi e ci sarà quando noi non ci saremo più, per dirla col mio amico Gershom Freeman, non è il tempo che passa, siamo noi che passiamo, e siamo ancora noi che individuiamo tre tempi in movimento nell’unità immobile dell’eterno. Torna utile a chiarire il concetto l’allegoria della sfera: possiamo paragonare il tempo ad una sfera, sulla sua superficie ogni punto – istante è simultaneamente inizio e conclusione dell’ipotetico eterno peregrinare dell’attimo.

In questa perfetta ed immutabile eternità che possiamo chiamare essere, in grammatica è un infinito, sopravvenne l’uomo che, presa coscienza di sè, affermò io sono, nacque così il tempo presente che, inevitabilmente, conteneva in sè un prima non ero ed un in seguito sarò. Questa è la colpa che l’uomo deve espiare, l’offesa all’essere, il peccato originale. Tornando alla sfera: il porsi del hic et nunc ha determinato una strozzatura all’altezza di una circonferenza della sfera, una strozzatura dolorosa, che ha diviso la stessa in un sopra ed in un sotto pieni della polvere che è l’uomo stesso, la polvere della parte superiore è il futuro, quella nell’inferiore è il passato, il presente è la fatica di esistere, il doloroso scorrere. L’attento lettore sarà sicuramente riuscito a visualizzare l’oggetto di cui stiamo parlando, esatto?

Per un Pensiero Altro è la rubrica filosofica di IVG, a cura di Ferruccio Masci, in uscita ogni mercoledì: clicca qui per leggere tutti gli articoli

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