Che fare?

Carcere di Savona, il Sappe: “Non c’è volontà politica di realizzarlo”

"Si doveva riconvertire il Sant'Agostino in casa di arresto o presidio di esecuzione penale esterna"

Carcere di Savona

Savona. “E’ del tutto chiaro ed evidente che non c’è la volontà politica di fare un nuovo carcere a Savona. E questo la dice lunga su taluni parlamentari liguri che in occasione della campagna elettorale fecero promesse su promesse che pure sapevano di non mantenere. Un esempio: la scelta scellerata di chiudere dall’oggi al domani il carcere Sant’Agostino di Savona fu dell’allora ministro del Pd Andrea Orlando, ma il deputato Franco Vazio disse che era un impegno fare il nuovo penitenziario savonese.Con gli sviluppi degli ultimi giorni, abbiamo avuto ragione a dire che erano solo chiacchiere”. Lo denuncia Donato Capece, segretario generale del Sindacato Autonomo Polizia Penitenziaria del Sappe.

“Chiudere il carcere Sant’Agostino di Savona è stato un grave errore, che ha scontentato tutti (poliziotti, detenuti, familiari) e ha penalizzato il territorio savonese. Avrebbe avuto un senso chiudere il Sant’Agostino se e quando fosse stata disponibile una nuova struttura detentiva, di almeno 300 posti letto, per la quale sembra da tempo esserci la volontà di individuarla in un’area della Valbormida. Ma chiudere il Sant’Agostino così, dall’oggi al domani, senza alcun confronto con il Sappe e con gli altri sindacati, senza alcuna garanzia e certezza per poliziotti e detenuti, è stato un grave errore, al quale mi sembra evidente che non si vuole trovare rimedio”.

“Non si può promettere più sicurezza in campagna elettorale e poi chiudere presidi di legalità come le carceri quando si è al Governo – prosegue Capece – Altro che trattamento rieducativo: chiudere un carcere vuol dire interrompere ogni attività finalizzata alla rieducazione del reo. Che senso ha avuo chiudere un carcere senza prima averne una nuovo, operativo, sul territorio savonese? Che senso ha avuto spendere milioni di euro per la ristrutturazione della struttura di Sant’Agostino se poi si è deciso di chiuderla? Altro che territorialità della pena: così facendo si sono trasferiti i detenuti un po’ in tutta la Regione ed in tutta Italia con gravi disagi anche per i familiari dei ristretti stessi, che dovranno macinare chilometri per raggiungere e fare visita ai proprio cari. E deportati sono stati anche gli agenti di polizia penitenziaria”.

Il leader del Sappe ricorda infine che “il primo sindacato della polizia penitenziaria fece una proposta alternativa alla chiusura del Sant’Agostino: ossia destinare la struttura a casa di arresto o presidio per l’esecuzione penale esterna, per coloro cioè che scontano una pena sul territorio senza però essere fisicamente detenuti in una struttura. Ed è singolare che qualcuno si è ricordato della priorità del nuovo carcere per Savona solamente quando le elezioni politiche erano imminenti, sapendo che erano promesse da marinaio”.

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