Dialogo?

Borghetto, minoranze all’attacco: “Amministrazione disorganizzata, impossibile avere un confronto”

Lo dicono i consiglieri di "In Cammino" e "Liberiamo Borghetto" dopo l'ultimo consiglio comunale

consiglio comunale borghetto canepa

Borghetto Santo Spirito. “Come al solito, siamo di fronte ad un’amministrazione che offre una immagine desolante di disorganizzazione e di scarsa comunicazione tra i vari settori, in cui ognuno ‘va per conto proprio’ senza un coordinamento e senza una visione unitaria. Questo si ripercuote anche nei rapporti con la minoranza: come fa una maggioranza a confrontarsi seriamente con le opposizioni se persino i suoi componenti spesso non sanno quello che fanno i propri colleghi?”. Se lo domandano i consiglieri di minoranza Giancarlo Maritano e Maria Grazia Oliva (lista civica “In Cammino”) e Pier Paolo Villa e Daniela Guzzardi (lista civica “Liberiamo Borghetto”) a seguito di quanto emerso nel corso dell’ultima riunione del consiglio comunale di Borghetto Santo Spirito tenutasi lo scorso 20 luglio.

“Dopo mesi di rinvii – dicono dalle minoranze – è finalmente emerso un dato chiaro: la maggioranza vuole tenere in piedi la possibilità di vendere il vecchio comune di via Cavour, l’ex asilo di via Marexiano e l’ex forno civico che doveva diventare sede di un museo. Quando avevamo presentato la nostra mozione che chiedeva di stralciare dal piano delle alienazioni questi beni e alcuni terreni inseriti in zona F del Prg, ci era stato fatto capire che esistevano margini per un accoglimento almeno parziale delle nostre proposte. Poi il silenzio, in barba (come al solito) alle norme che impongono la discussione delle mozioni nel primo consiglio utile dopo la loro presentazione”.

“Di fronte al nostro sollecito al Prefetto, la maggioranza si è giustificata (con noi e con il Prefetto stesso) dicendo che la discussione era stata rinviata per consentire una modifica al Piano. Una modifica, direte voi, almeno discussa (non diciamo concordata) con i firmatari della mozione? No, niente di tutto questo. Il giorno dopo la lettera al Prefetto, senza degnare alcun consigliere di minoranza neppure di una telefonata, è stata approvata una delibera di giunta che, dei vari beni che proponevamo di stralciare dal piano delle alienazioni, esclude solo i terreni in zona F e per l’unica ragione che, come era già stato fatto osservare, non possono essere ceduti dal Comune prima di una modifica della loro destinazione urbanistica. In assenza di questa norma, la maggioranza avrebbe mantenuto tra i beni alienabili anche questi terreni. Gli edifici storici di cui parlavamo in precedenza restano nel piano delle alienazioni e la maggioranza ha votato contro la nostra mozione senza neppure proporre di recepirne alcune parti. Ci chiediamo che senso abbia avuto allora rinviarne la discussione: tanto valeva bocciarla subito”.

Proseguono i consiglieri: “Al di là delle questioni di metodo, comunque, continua a sembrarci una scelta totalmente sbagliata quella di tenere in campo la possibilità di vendere edifici che non solo hanno un significato per la storia del nostro paese, ma potranno costituire, in futuro, centri culturali e di aggregazione per la nostra comunità e per i turisti (pensiamo ad esempio al vecchio progetto del museo nell’ex forno civico o alla funzione che ha svolto e svolge la sala congressi). Se non ci sono fondi per ristrutturare questi edifici oggi, pensiamo che il Comune debba aspettare di trovarli (propri o provenienti da finanziamenti) un domani o un dopodomani, anziché togliere per sempre alla comunità di Borghetto la possibilità di usufruire di questi edifici”.

“Per quanto riguarda gli altri punti in discussione nel consiglio comunale, segnaliamo due elementi. Uno riguarda la spiaggia libera in cui si potranno portare i cani. Abbiamo manifestato il nostro dissenso sia sulla scelta di non prevedere più un’area destinata ai cani negli stabilimenti balneari comunali, come invece avveniva in precedenza, sia sulla decisione relativa a quale spiaggia libera aprire all’accesso degli animali. Una spiaggia di questo tipo necessita infatti di essere controllata spesso e con grande attenzione dalla polizia municipale, e a nostro parere sarebbe stato più opportuno scegliere un’area del litorale più centrale e più circoscritta, come peraltro avevano proposto anche alcuni cittadini in una lettera inviata al sindaco. L’altra questione riguarda invece la modifica del regolamento per il commercio su aree pubbliche ed è, tanto per cambiare, una questione di metodo: il mercatino dell’antiquariato è stato istituito venerdì in consiglio, ma il Comune aveva assegnato la sua organizzazione già diverse settimane fa a una associazione tramite bando: un bando per una iniziativa che non esisteva ancora. Chiaramente nel provvedimento si specificava che l’assegnazione era condizionata all’approvazione della delibera passata venerdì, per evitare una palese irregolarità, ma al di là delle norme ci chiediamo se sia sensato dal punto di vista della logica politica e amministrativa procedere a una gara per la gestione di una iniziativa che non è ancora stata approvata dal consiglio comunale”.

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