Le carte

Inchiesta per reati fiscali, nelle carte la tesi su Eco Coop e F.G. Riciclaggi: erano un “soggetto monocefalo”

L'attività illecita di Busca, Cova e i loro collaboratori emergerebbe chiaramente dalle intercettazioni ambientali della guardia di finanza

Claudio Busca

Cairo Montenotte. La verifica fiscale, ma anche le intercettazioni ambientali e telefoniche. Ad incastrare le cinque persone colpite da una misura cautelare con l’accusa di associazione per delinquere finalizzata all’emissione ed utilizzo di fatture per operazioni inesistenti, Claudio Busca, Narciso Cova, Marta Rosso, Claudia Busca e Leano Tardito, sarebbero proprio i dialoghi captati dagli investigatori delle Fiamme Gialle all’interno degli uffici della F.G. Riciclaggi e quelli che correvano da un capo all’altro del telefono.

Conversazioni dalle quali, secondo quanto scrive il gip Alessia Ceccardi nella sua ordinanza, emergerebbe chiaramente che l’azienda di servizi ecologici era un “soggetto monocefalo” con la Eco Coop, che – questa la tesi degli inquirenti- è stata creata ad hoc per poter ottenere vantaggi fiscali e contributivi. A supportare questo teorema accusatorio ci sarebbero diversi elementi come la nomina del presidente della coop senza che venisse fatta alcuna assemblea, ma anche la scarsa autonomia nelle decisioni sullo svolgimento delle prestazioni per la F.G., oltre al fatto che i mezzi di lavoro e il materiale fornito ai soci-lavoratori erano riconducibili all’azienda di smaltimento rifiuti.

I personaggi che, con vari ruoli, avrebbero ideato questo sistema illecito per eludere il Fisco (le Fiamme Gialle hanno quantificato in 1,7 milioni di euro il valore dell’evasione) sarebbero appunto i cinque colpiti da misura cautelare, Claudio Busca, vice presidente dell’Unione industriali di Savona, amministratore delegato di F.G. fino al 2014 e attualmente consulente della società, Narciso Cova, consulente aziendale della F.G. (entrambi finiti in carcere a Genova Marassi), Marta Rosso impiegata contabile di un’azienda del gruppo (finita ai domiciliari), Claudia Busca, figlia di Claudio, che attualmente ricopre la carica di amministratore delegato della F.G. (ed è anche nel consiglio direttivo del Gruppo giovani dell’Unione industriali), e Leano Tardito (amministratore di Eco Coop), questi ultimi due colpiti da una misura di obbligo di presentazione quotidiana e di dimora nel Comune di residenza. Oltre a loro, anche Laura Celestini, responsabile amministrativa Fg Riciclaggi, è contestata l’associazione per delinquere. Tre ex amministratori della Eco Coop tra il 2011 e il 2016, Diego e Carlo Pizzorno e Stefano Caviglia devono invece rispondere di emissione di fatture per prestazioni inesistenti.

Nelle carte dell’ordinanza, in una ventina di pagine, sono riportate diverse intercettazioni telefoniche e ambientali, in particolare quelle che vedono protagonisti Claudio Busca (considerato il “capo e promotore” delle attività illecite) e Narciso Cova (definito “l’uomo di fiducia e il factotum” di Busca, nonché amministratore di fatto della Eco Coop). In una conversazione del maggio 2017 (quando i manager della società di servizi ecologici erano già al corrente della verifica fiscale in corso) nell’ufficio di Claudio Busca, quest’ultimo, rivolgendosi ad una delle figure che fanno parte della sua rete di conoscenze di “peso”, che comprende anche professionisti, dice di aver bisogno di un consiglio perché “non mollano di sotto a rompermi i co..oni con sta Cooperativa” spiegando poi che la guardia di Finanza sospetta appunto che i lavoratori di Eco Coop fossero dipendenti della F.G. Riciclaggi.

Nel motivare le esigenze cautelari per Claudio Busca, il gip osserva che l’imprenditore è “insofferente” per i controlli e, di conseguenza, cerca delle contromisure appoggiandosi alle sue amicizie compiacenti. Tra queste, secondo gli inquirenti, c’è l’ex direttore provinciale di Arpal Savona Pietro Zaottini (indagato per rivelazione di atti d’ufficio, favoreggiamento e corruzione) che avrebbe avuto un “ruolo di sudditanza” verso Busca.

Per quanto riguarda Cova, pur non risultando assunto né come dipendente né come consulente, gli inquirenti rilevano come operasse quotidianamente negli uffici della F.G. Riciclaggi per decidere, insieme a Claudio Busca, le questioni aziendali. Dall’intercettazione di una conversazione tra Cova e Marta Rosso, dipendente della Carbone srl, partecipata al 100% dalla F.G. Riciclaggi, considerata la contabile di fiducia, secondo gli investigatori emergerebbe chiaramente come quella di Eco Coop da parte di Tardito sarebbe solo una gestione fittizia: “Lui – dice Cova riferendosi proprio all’amministratore della coop – ha fatto un po’ di cinema con la guardia di finanza perché non possono far vedere che entrano (alla F.G., ndr) e fanno come vogliono. Formalmente devono far vedere che chiedono a chi è competente per la cooperativa”.

Infine, nell’ordinanza, emerge anche il coinvolgimento di Claudia Busca, figlia di Claudio e attuale amministratore delegato di F.G. Riciclaggi, che sarebbe pienamente consapevole della natura fittizia delle dichiarazioni fiscali. Stessa accusa che viene mossa a Leano Tardito che, come dimostrerebbe l’intercettazione di una conversazione con Cova, Rosso e Celestini, del maggio 2017, riferendosi alle verifiche in corso da parte delle Fiamme Gialle per provare che Eco Coop opera come una società guidata da Claudio Busca dice: “non ci c..mo sotto perché sappiamo che quello che cercano è vero”. “quel vero è tutto opinabile” ribatte Rosso. “E non c’è un verbale firmato Cova, Laura, Marta, Diego e Busca” conclude Tardito.

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