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US Letimbro, eletto il rinnovato il consiglio direttivo: le riflessioni del presidente Ezio Alpino

"Questa associazione deve continuare ad essere un riferimento fondamentale per la nostra frazione e la sua comunità"

Savona campo Santuario

Savona. Nella giornata di lunedì 14 maggio si è rinnovato il consiglio direttivo dell’associazione U.S. Letimbro A.S.D. di Savona Santuario con l’elezione degli organismi dirigenti.

L’associazione risulta cosi composta:
presidente: Ezio Alpino
vicepresidente: Fulvia Garbero
segretario e cassiere: Paola Pelissero
responsabili settore Teatro e Compagnia Teatrale Letimbro: Ezio Alpino, Roberto Tessore e Silvana Ferrari.
componenti consiglio direttivo: Silvana Ferrari, Franco Becco, Fulvia Garbero, Antonio Vitiello, Paola Pelissero, Roberto Tessore, Ezio Alpino, Giuseppe Aronne, Floriano Ghigliazza, Imelda Bassanello, Francesca Lessi.

Di seguito, le parole del neo presidente Ezio Alpino.

Il mandato di un anno che abbiamo davanti come Consiglio Direttivo della nostra Associazione U.S. Letimbro A.S.D. dopo il rinnovo delle cariche e l’insediamento ufficiale di ieri fa sì che con rinnovato impegno ci mettiamo all’opera.

Partendo da un punto fondamentale; questa Associazione deve continuare ad essere, forse ancora più di prima, un riferimento fondamentale per la nostra frazione e la sua comunità. Io avverto una grande preoccupazione, e non mi stanco di ripeterlo, per il futuro del Santuario, una zona periferica che continua a non vedere risposte a tutta una serie di problematiche rispetto ad un percorso che rilanci la nostra valle troppo spesso dimenticata.

Ho sempre sostenuto, e lo facciamo con forza tutti i giorni anche come Associazione, che la nostra frazione deve ritornare ad essere luogo di attrazione turistica, culturale e religiosa rispetto ad un impegno di tutti volto a favorirne il rilancio. Ad oggi tutto questo continua a essere lettera morta.

Allora urgono alcune riflessioni specifiche che abbiamo anche sviluppato nella nostra riunione di Consiglio.
Quali risposte vuole dare una volta per tutte l’Amministrazione Comunale rispetto a queste tematiche dopo le grandi enunciazioni di facciata. Come ci possiamo dimenticare la dichiarazione “Il rilancio del Santuario parte dall’apertura dei bagni pubblici” e poi sappiamo come è andata a finire.

Basta questo o ci mettiamo in testa che ci vuole un progetto complessivo di rilancio che tocchi alcuni temi fondamentali di cui ha bisogno una comunità per sentirsi partecipe e quindi coinvolta su degli obiettivi concreti volti alla tutela del paesaggio, la cura delle nostre strade di collegamento, il decoro urbano, il sostegno a chi vuole misurarsi facendo impresa e a chi ha scelto di farlo anche da noi, il rapporto e il sostegno alle nostre attività commerciali oggi vitali che rischiano di sentirsi isolate in questo contesto (in questi ultimi mesi altre due hanno deciso di chiudere). Perché la frazione rimanga in piedi ci vuole un intreccio sinergico e continuo con queste attività. E non ci si venga a dire, con il solito rituale, che mancano le risorse o è colpa dell’Amministrazione precedente. Se ci sono i progetti escono anche le risorse. Altrimenti non si va da nessuna parte.

In questo contesto l’altra domanda che mi pongo è quale ruolo, in una frazione dal forte impatto di attrazione religioso, vuole giocare la Curia per rilanciare una zona dove la presenza di una delle basiliche più importanti d’Italia può ritornare ad essere un volano turistico dall’enorme potenziale e quindi in modo contestuale economico.

I contenuti artistici e religiosi in termini di patrimonio del nostro Santuario devono essere valorizzati molto di più all’esterno e su questo voglio capire quali intenzioni si hanno per dare valore a ciò, alla sua storia e fare diventare un polo di attrazione turistica importante per i pellegrini e per il turismo in generale questo luogo attraverso la messa in campo di iniziative mirate. Il momento di aggregazione e di interesse non può limitarsi solo alla Festa Patronale del 18 Marzo dove migliaia di persone partecipano all’evento, poi ricadere nella solita routine e le presenze sul nostro territorio vederle calare notevolmente mese dopo mese.

Guardiamo una volta tanto oltre il nostro orticello, anche fuori dalla nostra Provincia, per capire ed imparare come si vive in zone dove la presenza di Santuari e luoghi di culto importanti, anche inferiori al nostro in termini di patrimonio artistico, fanno accorrere decine di migliaia di persone muovendo il tessuto economico di quei territori e portando valore aggiunto a chi vi lavora giornalmente. La frase “Rilancio del turismo religioso” che ogni tanto compare sui giornali passa da questa riflessione.

Io mi auguro che su questo tema anche il nuovo Vescovo si ponga delle domande e possa portare un contributo attivo per smuovere le acque. Credo che anche la Chiesa, se lo volesse, potrebbe avere interesse a fare valorizzare le sue strutture e portarle alla conoscenza esterna. Qui entra in gioco il ruolo stesso delle Opere Sociali nella loro presenza in questa comunità.

Allora vengo al punto: per troppe volte è stato annunciato, anche con articoli sui giornali, l’imminente riapertura del Museo del Santuario dove sono custodite opere uniche dal grande valore artistico e di importanza internazionale. Bene: all’oggi le aperture sono state saltuarie, su appuntamento o in occasione di qualche evento sporadico. Questo Museo, a mio parere, dovrebbe essere aperto quotidianamente con una gestione diretta e continuativa delle Opere Sociali o in mancanza di questo, facendo accordi con Cooperative in appalto o quant’altro per permettere a tutti di visitare ciò che il museo propone. Invece siamo ancora all’anno zero dove le promesse rimangono lettera morta e non si intravede una soluzione.

Non esiste che questo problema resti sempre fermo al palo. Anche su questo è il momento delle scelte rapide e concrete, senza se e senza ma. Il turista o chi ama visitare il patrimonio culturale di un luogo non può trovarsi le porte sbarrate in faccia, mai! In un periodo dove il patrimonio culturale e artistico del nostro paese trova anche nuova linfa in termini di contributi e vede il continuo crescere di visitatori alle nostre bellezze, noi nel nostro piccolo non siamo in grado di fare conoscere quello che abbiamo di importante.

Cerchiamo di muoverci anche sugli aspetti conoscitivi del Santuario, della sua pubblicità in campo nazionale.
Cosa si aspetta, e lo dico a tutti gli interessati per l’ennesima volta, a coinvolgere sulle tematiche turistiche per esempio “Costa Crociere” che porta centinaia di migliaia di persone tutti gli anni a Savona per vedere di trovare dei meccanismi i quali permettano di sottoscrivere convenzioni per dirottare nei loro pacchetti itineranti visite guidate al Santuario?

E tornando alle Opere Sociali, e non solo, quali prospettive ci sono per una ristrutturazione e riapertura della Locanda luogo questo di riferimento per i turisti e per i pellegrini. Aspettiamo che crolli il tutto per poi parlare di un immobile andato in malora o si intravedono possibili soluzioni imprenditoriali all’orizzonte. Anche qui tutto tace. E noi abitanti di questa zona dobbiamo essere più scattanti, propositivi e non chiuderci nel nostro guscio accompagnati solo dal mugugno e dalla critica per una situazione statica che continua a rimanere tale. Il cambiamento dobbiamo determinarlo tutti insieme facendo quadrato e proponendo soluzioni.

In questo contesto assumono fondamentale importanza anche le forze artigianali, i diversi artisti che lavorano nella nostra frazione facendoci carico delle idee che possono mettere in campo, a volte anche in modo isolato ma molto efficaci. Ci deve essere una visione comune delle cose facendo squadra senza cadere in tanto facili quanto inutili egoismi e proponendosi con una visione innovativa sul territorio. Gli stessi commercianti e i ristoratori, come sottolineavo prima, se hanno dall’esterno la spinta giusta con scelte oculate per il rilancio della zona, diventano per tutti punto di riferimento in un quadro economico che può riprendere vitalità.

Oggi non possiamo permetterci che qualcuno abbandoni il campo facendo scelte diverse, nel pieno della loro legittimità, solo perché questa zona non offre prospettive concrete. Altrimenti rischia di diventare una catena, una spirale con finalità autodistruttive. Per quanto mi riguarda, con la nostra Associazione, lo dico con chiarezza non vogliamo sostituirci a nessuno perché non è il nostro ruolo ma in questa fase possiamo essere da stimolo, da collegamento con il territorio, dare dei suggerimenti, fare delle proposte mettendo in campo delle idee.

Nelle prossime settimane promuoveremo una serie di incontri con l’Amministrazione Comunale, con il nuovo Vescovo, con le Opere Sociali e con tutti i soggetti che riterremmo opportuno coinvolgere per vedere di capire una volta per tutte se ci sono le condizioni concrete per fare si che la frazione del Santuario di Savona riveda la luce di uno sviluppo per il suo rilancio definitivo. Da qui capiremo di chi sono le responsabilità di questa “calma piatta” che continua ad alleggiare sulla nostra comunità. Le potenzialità ci sono, facciamone tesoro.

Ora credo che serva uno scatto d’orgoglio, un salto di qualità, una virata concreta da parte di chi oggi è preposto a trovare delle soluzioni, quindi chi amministra, chi gestisce il patrimonio culturale e religioso del Santuario e tutti i soggetti che hanno a cuore le sorti della nostra zona i quali devono scegliere e prendere decisioni. Il continuo non fare continuerà ad avere conseguenze sugli abitanti del Santuario.
Forse siamo ancora in tempo per rialzarci se ne saremo capaci.

Tutto dipende da noi e da chi ci darà una mano a dare una forma alle nostre idee.

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