Blitz all'alba

Reati fiscali e “tasse” sulle slot machine non versate: l’imprenditore Giovanni Cetriolo in manette

La Procura e le Fiamme Gialle contestano un danno al Fisco da un milione di euro: nei guai insieme a lui è finita anche la moglie

Auto guardia di finanza fiamme gialle

Savona. Reati fiscali e peculato per un danno al Fisco di circa un milione di euro. Sono queste le accuse contestate dalla guardia di finanza all’imprenditore Giovanni Cetriolo che questa mattina è finito in carcere in esecuzione di una misura di custodia cautelare.

In manette insieme a lui, ma agli arresti domiciliari, è finita anche la moglie, che avrebbe partecipato alle attività illecite. L’ipotesi della Procura è che, a partire dal 2012, la coppia (nota per aver gestito prestigiose caffetterie e per essere da tempo impegnata nell’attività di distribuzione di apparecchi di intrattenimento e gestione di sale da giochi) abbia attuato una serie di raggiri per evitare di pagare le tasse relative ad una serie di società a loro intestate.

Secondo l’accusa contestata dalla guardia di finanza di Savona “i due coniugi, già a partire dal 2012, a fronte di un debito erariale di svariate centinaia di migliaia di euro – derivante perlopiù da evasione fiscale – si erano formalmente spogliati di ogni loro bene e, attraverso una serie di fittizie cessazioni, cessioni e di altri atti fraudolenti e simulati sul proprio patrimonio, pur proseguendo la loro attività di impresa e ricorrendo all’espediente di intestare fittiziamente le loro società a dei prestanome, erano riusciti a sottrarsi alla riscossione coattiva da parte dell’Erario”.

Da quanto trapelato finora, tra le contestazioni mosse a Giovanni Cetriolo e alla moglie nell’ordinanza di custudia cautelare ci sarebbe anche quella di non aver versato – in qualità di gestore di alcune slot machine – allo Stato il Preu, ovvero il prelievo erariale unico maturato sulle giocate (in questo caso i mancati versamenti sarebbero nell’ordine delle decine di migliaia di euro).

L’indagine delle Fiamme Gialle è stata coordinata dal pubblico ministero Massimiliano Bolla che, nei giorni scorsi, ha chiesto l’emissione delle due misure cautelari che sono state firmate dal gip Alessia Ceccardi ed eseguite stamattina.

I due coniugi devono rispondere delle accuse di di concorso in peculato e sottrazione fraudolenta al pagamento di imposte. L’operazione, che corona complesse indagini (coordinate dal pm Massimiliano Bolla e delegate all’aliquota della guardia di finanza della Sezione di pg in collaborazione con il locale nucleo di polizia economico-finanziaria), aveva preso le mosse da un esposto per peculato presentato da un concessionario di slot machines per il mancato versamento del PREU (Prelievo Erariale Unico) da parte di una società gestore. I successivi accertamenti avrebbero poi permesso ai finanzieri di ricondurre a Cetriolo e alla moglie la società, le cui quote di proprietà e amministrazione risultavano formalmente in capo ad una prestanome.

Attraverso le indagini gli investigatori sarebbero poi riusciti a far emergere i vari passaggi occulti che i coniugi avrebbero realizzato nel corso degli anni, attraverso i vari soggetti economici costituiti ad hoc ed amministrati da teste di legno, con l’unico scopo di permettere la schermatura del loro patrimonio. Oggetto della sottrazione al Fisco – oltre alle ben avviate attività commerciali, note nel campo delle slot e delle sale giochi – sono secondo l’accusa anche i beni strumentali del caffè Duomo di Savona, rientrato recentemente nella disponibilità degli indagati al termine di un lungo contenzioso civile.

Come dimostra questa operazione è sempre più incisiva l’attività svolta dalla guardia di finanza nel territorio savonese, tesa a reprimere condotte che, “seppur spesso sottovalutate da imprenditori e professionisti, appaiono così socialmente ed economicamente pericolose da giustificare l’emanazione di misure restrittive della libertà personale”.

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