Il 18 maggio ricorre, quest’anno, il 30° anniversario della morte di Enzo Tortora. Era stato accusato di gravissimi reati da soggetti provenienti dalla camorra ed è risultato totalmente estraneo solo nel secondo grado del giudizio. Nel frattempo, tuttavia, si era fatto ingiustamente 7 mesi di carcere e la sua vita era rimasta sconvolta. Era una persona perbene, mite. Io, da piccolo, lo ricordo in tv, sulla rete 2 (oggi rai 2), a condurre la popolare trasmissione di Portobello, con l’orologio alle spalle e il pennuto verde sul trespolo.
È certamente diventato anche un simbolo di quello che può succedere in Italia ad un cittadino onesto. In questi giorni abbiamo ricordato anche l’omicidio Moro e mercoledì ricorderemo quello di Falcone con la strage di Capaci.
Credo ci sia un forte collegamento tra queste tre tragiche vicende che sono entrate nella nostra storia: la rilevanza della mafia, della camorra e della criminalità organizzata nella vita degli Italiani onesti e perbene ed il pericolo costante che provocano per la democrazia nel nostro Paese.
Credo fermamente che chi si accinge a costituire un nuovo Governo dovrebbe esserne maggiormente consapevole per il bene degli Italiani.
Eraldo Ciangherotti
Odontoiatra
Consigliere comunale (FI) di Albenga
Consigliere provinciale di Savona