Brutta pagina

Alassio, il confronto tra i candidati sindaci e quell’exit poll “taroccato”

Molte schede sono state manipolate dai fan di diversi candidati, rovinando di fatto il "gioco" proposto da IVG

Alassio. I messaggi giunti ai giornalisti della redazione di IVG, ieri, sono stati decine. Tutti e cinque gli “schieramenti” volevano sapere come era finito l’exit poll al termine del dibattito tra i candidati sindaci organizzato da IVG: “Chi ha vinto?” era la domanda sulla bocca di tutti. Una domanda a cui ieri non abbiamo risposto, rimandando tutto con un laconico “i risultati verranno pubblicati domani”.

Un risultato, in teoria, lo avremmo anche. E reciterebbe così: “migliore” Canepa con 153 voti, seguono Melgrati (135), Zavaroni (64), Parascosso (63) e De Michelis (40). La palma del “peggiore” andrebbe invece a Zavaroni con 178 voti, seguita da Melgrati (120), Canepa (82), Parascosso (33) e De Michelis (10). Ma come avrete notato stiamo usando il condizionale. Perchè la verità è che l’exit poll è stato totalmente falsato dal comportamento scorretto di alcune “fazioni”.

E non ci riferiamo alle schede più goliardiche (quasi 200 nulle: c’è chi ha votato Jeeg Robot D’Acciaio, chi suo cugino, chi ha chiesto notizie di Avogadro in tribuna, chi si è limitato a farci notare che “IVG fa cag*re”). Quelle ci sono sempre state (magari non così tante…) e sono fisiologiche.

Generico 2018

Ci riferiamo al fatto che i sostenitori di alcuni candidati (non diremo ovviamente di chi, ma possiamo dire che che si tratta di più di uno) si sono impadroniti delle schede di altri spettatori e le hanno compilate “in blocco”. Un particolare che ci è stato segnalato da più di una “tifoseria” e che abbiamo effettivamente riscontrato analizzando le schede (diverse decine erano compilate evidentemente dalle stesse “mani”).

Colpa nostra, direte voi, che abbiamo adottato un sistema evidentemente violabile in modo troppo semplice. E in un certo senso è vero. Ma va tenuta in considerazione una cosa: l’exit poll, per noi, era solamente “un gioco”. Lo avevamo anche precisato in diversi articoli di lancio: non aveva alcuna pretesa di fornire un esito affidabile, ma era solo un modo per aggiungere ulteriore “pepe” alla competizione spronando i candidati a dare il massimo. Il perchè non potesse essere, nemmeno a nostro avviso, una rilevazione “affidabile” è evidente: ogni candidato porta sempre con sé al dibattito una “claque”, più o meno numerosa, e gli spettatori sono quasi sempre persone particolarmente interessate alla campagna elettorale e quindi, in massima parte, già schierate.

Storicamente, anche nei dibattiti degli anni scorsi (Savona, Loano e Borghetto) la casella del “migliore” ha sempre coinciso con il candidato che poteva vantare il maggior numero di sostenitori presenti. Anzi, probabilmente quel campo viene compilato prima ancora dell’inizio. Un po’ più rilevante al limite può essere la palma del “peggiore”, compilata solitamente in modo meno fazioso ma valutando effettivamente l’andamento della serata. In ogni caso, per le ragioni sopra esposte, gli oltre 800 cittadini non potevano certo rappresentare un campione statistico veritiero.

Per questo, sin da subito, avevamo parlato di “gioco”, e per questo non abbiamo mai adottato, nemmeno in passato, “misure di sicurezza” in merito. Due anni fa a Savona e a Loano, l’anno scorso a Borghetto gli spettatori hanno capito il senso della cosa e hanno partecipato correttamente, stando al gioco. Questa volta, invece, qualcuno ha preso troppo sul serio l’exit poll ed evidentemente, nella foga di vincerlo, si è lasciato andare ad un comportamento che riteniamo infantile.

Se i cinque candidati hanno fornito buona prova di sé dando vita a due ore di “scontro” teso e avvincente ma (seppur tra una frecciata e l’altra) sostanzialmente corretto e leale, purtroppo non si può dire la stessa cosa dei loro fan. Un peccato. E se pensiamo che gran parte della platea era composta da candidati delle liste e da esponenti dei partiti coinvolti, capiamo di trovarci davvero davanti ad una brutta pagina per la politica alassina.

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