Nel week-end al NuovoFilmStudio di Savona: La casa sul mare (La Villa)

Nel week-end al NuovoFilmStudio di Savona: La casa sul mare (La Villa)

NuovoFilmStudio/Officine Solimano/Piano terreno
Piazza Rebagliati, Savona
Circolo ARCI

La casa sul mare (La Villa)
di Robert Guédiguian, con Ariane Ascaride, Jeanne-Pierre Darroussin, Gérard Meylan – Francia, 2017, 107’

ven 13 aprile (18.00 – 21.15)
sab 14 aprile (17.30 – 20.30 – 22.30)
dom 15 aprile (15.30 – 17.30 – 20.30 – 22.30)
lun 16 aprile (15.30 – 20.30)

A Méjan, una cala marina tra Marsiglia e Carry, tre fratelli si ritrovano intorno all’anziano padre. Angela, attrice, da tempo vive a Parigi, Joseph aspirante romanziere e Armand che vive ancora in paese, portando avanti il piccolo ristorante famigliare. L’incontro si trasforma in un’occasione per fare un bilancio delle proprie vite, finchè un arrivo imprevisto dal mare convolgerà le vite di tutti…

Il ritorno di Robert Guédiguian in concorso alla Mostra di Venezia a diciassette anni di distanza da La Ville est tranquille ci restituisce un autore che continua a raccontare una Francia dispersa, in cui l’appartenenza di classe è vissuta ancora con fierezza, così come la tradizione operaia, contadina e marinaresca. Un mondo morente, forse, ma raccontato con lirismo partecipe. I tre fratelli protagonisti de La casa sul mare, non hanno alcuna intenzione di mettersi in marcia: certo, hanno accettato alcuni compromessi con l’economia imperante – soprattutto il cinico Joseph, interpretato da un sempre mirabile Jean-Pierre Darroussin, che pure si ritrova liquidato e pensionato contro la sua volontà.ma ora sono tornati a casa. Il motivo non è dei più allegri: assistere l’anziano padre dei tre che ha perso per sempre alcune funzioni vitali. Un uomo utopico, che ha sempre provato un grande disagio nel relazionarsi con ciò che avveniva attorno a lui: un comunista in una Francia che ha scelto il riflesso dorato del capitalismo. Risulta difficle non provare naturale empatia per questi personaggi, reduci del passato che non accettano di doversi piegare alle angherie della modernità. La villa è un eremo, un luogo nel quale cercare protezione da tutta quest’ansia di espansione, di conquista, di successo. La villa è il buen retiro di un mondo che è stato progressivamente espulso dal meccanismo sociale, ridotto al silenzio. Un buen retiro che però può essere il punto di ripartenza verso una nuova società. Perché se la Francia si pretende “en marche!”, dal mare arrivano i cadaveri e a volte i superstiti di guerre, carestie e processi di post-colonizzazione abbandonati al loro destino. Dall’Africa arriva il pegno da pagare per quell’Europa che si considera sviluppata, in grado di coniugare i dettami dell’eguaglianza con quelli del profitto economico. Un”irruzione che, come doppio speculare dei protagonisti, li rianima dall’interno, restituendoli alle proprie emozioni, le più essenziali. La paura improvvisa dell’altro si rovescia qui in accoglienza, riaffermando il coraggio e la necessità di accordare la propria vita col prossimo.

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