City angels

Quando “casa” è un magazzino con il tetto che sta per crollare

"Vite nel buio" è la rubrica in cui Diego Gambaretto, nome in codice "Elon", ci accompagna nelle passeggiate dei City Angels

Vite nel buio

“La nostra è un’associazione onlus a carattere laico, multietnico e antirazzista di volontari di strada d’emergenza”. Così si definiscono i City Angels, fondati nel 1994 da Mario Furlan (nome in codice “Stone”), giornalista e docente universitario originario di Savona. Sono presenti in Italia e Svizzera. La sezione savonese è la ventesima creata in Italia. Il volontario Diego Gambaretto (nickname “Elon”) ci accompagnerà settimanalmente nelle passeggiate dei City Angels, raccontandoci cronache, storie e scorci di vita degli “invisibili” con cui ogni settimana verranno a contatto.
Gli “angeli” verranno sempre indicati con il loro “nome in codice”.

Ieri sera uscita sotto la pioggia per nove angeli savonesi (di cui quattro donne): il vicecoordinatore Big, la responsabile operativa Wikka, Angy, Penny, Red, Nik, Afo, Peter ed io, Elon. Si sono create tre squadre, ognuna dotata di coperte, panini e the caldo.

Sono tante le persone che abbiamo aiutato ieri sera, ma mi vorrei soffermare su cio che più mi ha segnato: quattro persone in un magazzino che potrebbe cadere da un momento all’altro. Si, non sto esagerando: alcune persone questa notte hanno dormito in un magazzino di legno con buona parte del tetto divelto e scoperchiato dagli agenti atmosferici.

Cominciamo dall’inizio: per varie vicissitudini della vita, alcune persone si sono ritrovate a non avere piu un tetto sotto la testa. Useremo alcuni nomi di fantasia e non daremo indicazioni sul luogo dove stanno, per tutelare la loro privacy, nonostante ci abbiano autorizzato a mettere i nomi e dare eventualmente i loro contatti.

Francesco, italiano sulla quarantina, è un tipo magro segnato da tanti eventi molto pesanti, ma non ha perso la voglia di combattere: per tanti anni ha fatto il ponteggiatore e l’operaio, ma dopo la separazione con la moglie si è ritrovato per strada. Maria é albanese, ha 33 anni, gli piace cantare, é da quando aveva 18 anni che é in Italia e ieri sera aveva la febbre: non ha perso il sorriso e la speranza. Giuseppe, italiano, ha 32 anni e da qualche anno é nomade, ha fatto per quasi due anni il panettiere e per il resto l’operaio. Teresa, sulla quarantina, da tre anni sulla strada, nonostante la vita molto difficile, ama l’arte e non ha mai perso l’istintivo creativo, dipingendo: alcuni suoi bellissimi quadri sono appesi alle pareti; però questa é un’altra storia, che ci piacerebbe approfondire prossimanente.

Vivere in strada é dura: unisce, aiuta a sostenersi a vicenda, a motivarsi, a non perdere le speranze di vivere in un mondo migliore; per questo e altri motivi si sono formate due coppie molto unite, che si proteggono a vicenda.

Ieri sera appena la mia squadra, capitanata da Big e con Wikka, é entrata nel magazzino, si é resa conto non solo delle condizioni al limite della sopportazione, a causa di spifferi e pioggia, ma del più grave problema legato alla sicurezza. Infatti il tetto, per metà divelto, presentava numerose travi di legno ormai marce e pronte a cadere, da un momento all’altro a causa delle lunghe piogge, che hanno fatto gonfiare questi vecchi legni.

Subito dopo aver consegnato coperte, del tè caldo e dei panini abbiamo aiutato una delle due coppie, che vive in una delle due tende a spostarsi di una decina di metri per il pericolo imminente di crolli. Con una vecchia scopa Teresa spazzava l’acqua dal pavimento allontanandola dalle tende, ma il magazzino era pieno di pozze e l’acqua si infiltrava ovunque.

Legni chiodati penzolanti sul soffitto, travi nei punti d’appoggio marce… É stata dura dormire questa notte per chi ha visto, figurarsi per chi ha dormito lì…

Elon – City Angels Savona

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