La sentenza

Truffa e circonvenzione d’incapace: agente immobiliare vadese condannata

Secondo l'accusa aveva promesso alle vittime di fare investimenti vantaggiosi attraverso operazioni immobiliari, ma si era creato un buco da 500 mila euro

tribunale Savona aula

Savona. Circonvenzione d’incapace, appropriazione indebita e truffa (relativa a cinque imputazioni differenti). Sono questi i reati per i quali questa mattina un’agente immobiliare di Vado Ligure, Annamaria Ganduglia, è stata condannata a tre anni e sei mesi di reclusione e 3 mila euro di multa.

Il giudice Francesco Giannone ha anche condannato la donna a versare un maxi risarcimento danni complessivo di 141 mila euro a cinque parti civili ed a pagare una provvisionale di circa 50 mila euro per altre due di loro il cui danno sarà poi da quantificare in sede civile.

L’accusa di circonvenzione d’incapace era relativa ad una disabile psichica dalla quale la signora Ganduglia si sarebbe fatta consegnare, in diverse tranche, circa 230 mila euro, ma l’agente immobiliare doveva rispondere anche di aver truffato altre nove persone (da una delle imputazioni è stata però assolta perché il fatto non sussiste) per un importo complessivo di circa 200 mila euro.

Gli episodi contestati risalivano tutti al periodo tra la fine del 2011 e l’inizio del 2014 quando, secondo la ricostruzione della Procura, Annamaria Ganduglia (che era difesa dall’avvocato Giuseppe Farrauto con la collega Francesca Rosso) aveva coinvolto le sue vittime in un giro di false operazioni immobiliari, ma anche di investimenti in quote di una società (la Iris sas) risultata in difficoltà.

L’ipotesi dell’accusa è che l’agente immobiliare volesse costituire un gruppo di persone con le quali fare colletta ed acquistare immobili da mettere poi in vendita e dividere tra i partecipanti gli eventuali utili. Un progetto che però non avrebbe funzionato come previsto tanto che, fallito il primo investimento, la donna avrebbe poi cercato di risarcire i “soci” innescando una sorta di catena di sant’Antonio che avrebbe finito per creare un buco di circa 500 mila euro.

Per raggirare la persona disabile, L.F., la signora Ganduglia si sarebbe finta legale rappresentante della Vada Sabatia, società già in liquidazione, e le avrebbe promesso di investire i suoi soldi in fantomatiche operazioni immobiliari.

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