Savona. Ha raccontato la sua versione dei fatti per spiegare agli inquirenti perché lo scorso 9 marzo è arrivato a sparare alcuni colpi di pistola contro Luca Giordano e la fidanzata di quest’ultimo, all’interno di un condominio di via Premoli. Salvatore Gagliardi, il quarantunenne che al momento è in carcere con l’accusa di duplice tentato omicidio aggravato, questa mattina è arrivato al sesto piano di palazzo di giustizia per farsi interrogare dal pm Chiara Venturi.
Quella di Gagliardi è stata una deposizione “fiume” (durata un paio d’ore) nella quale, secondo quanto trapelato, l’uomo ha inquadrato la sparatoria in un contesto di ripetute minacce, anche di morte, che da giorni subiva da parte di Giordano a causa di un debito di 150 euro (non di droga, come ipotizzato in un primo momento dagli inquirenti, ma probabilmente di gioco).
Gagliardi ha anche riferito che era molto preoccupato e, soprattutto, che si sentiva in pericolo. In particolare, quella sera, prima di arrivare in via Premoli ed impugnare la pistola, l’uomo sarebbe stato pesantemente minacciato, anche con un coccio di bottiglia, oltre che spintonato, da Giordano che gli aveva dato appuntamento in via Aglietto. Davanti a quel comportamento, esasperato, Gagliardi avrebbe pensato di andare a casa del nipote, dove nascondeva una pistola, per mettere paura alla coppia mostrando l’arma. “Non volevo uccidere nessuno, ma solo spaventarli per fare in modo che mi lasciassero stare” sarebbe il senso delle parole pronunciate nel corso dell’interrogatorio in Procura.
Gagliardi avrebbe quindi mostrato la pistola a Giordano per intimorirlo ed invitarlo ad allontanarsi (“se no ti sparo”), ma lui per tutta risposta gli avrebbe tirato un coccio di bottiglia. A quel punto, il primo ha fatto fuoco con una Beretta calibro 9×21 mirando “verso le gambe”.
La ricostruzione di Gagliardi è confermata anche dai suoi legali, gli avvocati Rocco Varaglioti e Antonio Falchero, che precisano: “E’ stata un’azione non premeditata, ma dovuta all’atteggiamento gravemente minatorio di Giordano. Abbiamo deciso di far parlare il nostro assistito, al di là delle strategie difensive che solitamente si attuano in questa fase, perché ci siamo resi conto che mancava completamente un approfondimento su quanto successo prima della sparatoria”.
“Alla luce di quanto emerso nell’interrogatorio ci rivolgeremo al Riesame per chiedere un’attenuazione della misura cautelare. Visto quanto emerso speriamo che si aprano spiragli per ottenere gli arresti domiciliari” concludono gli avvocati Varaglioti e Falchero.
Per il momento Gagliardi resta quindi in carcere, ma nelle prossime ore i suoi difensori formalizzeranno il ricorso per impugnare la misura cautelare davanti al tribunale del Riesame.